Questo coinvolgente doc ci racconta la vita di Irina Layewska, combattente da sempre per la causa della libertà, anche quando, per una malattia, è stata costretta a vivere su una sedia a rotelle. Il film è anche la storia dell’intensa storia d’amore tra Irina e la sua compagna Nelida, sposata quando era ancora un uomo. Irina, messicana, è nata con un corpo maschile ed è cresciuta idolatrando Che Guevara e spendendo gran parte del suo tempo nel movimento di solidarietà con Cuba. Ma l’uomo nuovo immaginato da Che Guevara forse non contemplava certe situazioni, così quando Irina decide di passare dalla lotta sociale a quella individuale, focalizzando i suoi interessi sul problema dell’identità sessuale, e arrivando a decidere di diventare una donna, gran parte del mondo che l’aveva fino ad allora appoggiata, l’ha osteggiata.
La struttura narrativa del film mette a confronto i pregiudizi della gente sui suoi cambiamenti di vita con filmati d’archivio e interviste, costruendo un bell’esempio di cinema di riflessione. Oggi Irina ha quasi 50 anni. Negli anni ’60 i suoi genitori erano attivi nella politica ed hanno dato ad Irina una rigida educazione comunista. Irina ha sofferto dalla prima giovinezza di una grave malattia che la costrinse su una sedia a rotelle. In seguito è diventata anche parzialmente cieca, dipendendo in tutto dalla sua compagna Nelyda. Tutte le disgrazie che nella vita ha dovuto subire non hanno mai mortificato il suo impegno sociale e politico. Il regno del comunismo promesso dal Che non è mai arrivato e la sua salute non l’ha mai aiutata, ciononostante Irina ha sempre continuato la sua battaglia per la libertà, contro la discriminazione ed il pregiudizio.
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