Una singolare commedia norvegese con un tocco gender su un solitario ferroviere in pensione che decide di rinventarsi la vita e si mette a fare bizzarri incontri. Dal regista di “Kitchen Stories”. Il solitario e taciturno sessantasettenne Odd Horten ha guidato per quattro decenni lo stesso treno sulla medesima tratta, la Bergen-Oslo, e giunto sulla soglia della pensione decide di reinventarsi l’esistenza fin troppo ordinata e ripetitiva: vende la barca chiamata come l’anziana madre ricoverata in un ospizio e ammutolita dalla demenza; decide di salire per la prima volta su un aereo; cambia l’amata pipa e si mette a fare strani incontri, quali un sedicente diplomatico con l’hobby di guidare bendato insieme al suo cagnone stordito. Ma l’abbandono di un’abitudinarietà anche rituale causa uno strano effetto su Odd che si addormenta un po’ovunque e ad ogni orario. E quando si ritrova a nuotare da solo, di sera, in una piscina chiusa dove si intrufolano due ragazze lesbiche per amoreggiare liberamente, decide – e questo tocco gender è il più imprevedibile e incongruamente deragliato dell’intero film – di indossare un bel paio di scarpe femminili rosso fuoco con tacco a spillo (si presume di una delle donne) e vagare per Oslo con una certa disinvoltura e padronanza del mezzo, tant’è che pure il suo nuovo amico si stupisce quando Odd gli spiega che non sono sue, valutando l’ipotesi più che verosimile. Insomma, basta un po’ d’ironia per scoprire il proprio lato femminile anche da anziani, magari proprio apprendendo come si muovono tutti i giorni le donne. (Roberto Schinardi, Gay.it)
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