Un tuffo nel glitterato e ipercolorato mondo di Miwa Akihiro, per oltre cinquant’anni uno dei protagonisti del mondo dello spettacolo giapponese: cantante, attore, intrattenitore televisivo, drag queen, scrittore, compositore e tanto altro. Sin dagli anni Cinquanta il suo nome è indissolubilmente legato al cinema giapponese: dal periodo della Golden Age (1930-1960), con registi come Ozu, Mizoguchi, Kurosawa e Naruse, ai film girati con i grandi nomi della Nuovelle Vague come Oshima e Imamura, fino a lavorare, più recentemente, con Kitano e Miyazaki.
Il documentario di Pascal-Alex Vincent affianca al racconto della rutilante carriera artistica di Miwa quello del suo impegno di attivista dei diritti gay, in un paese pieno di contraddizioni come il Giappone. Dopo aver dichiarato la propria omosessualità sin dagli anni Cinquanta, ha sempre cercato di usare l’esposizione mediatica a favore della sua battaglia sociale e culturale – con tutti i rischi che questo comportava. Nel corso degli anni si è battuto anche contro l’impiego delle armi nucleari e a favore della lotta del proletariato, senza mai rinunciare al suo proverbiale senso dell’umorismo. (Gender Bender)
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