Il campo siberiano UF-91/9 è una delle più rigide prigioni femminili russe. “Venire qui è una tragedia”, dichiara una delle detenute, “c’è drepressione dappertutto. E quello che più mi manca è la dimensione della bellezza. Penso che una donna dovrebbe essere sempre bella, non solo fuori da queste mura. Anche qui dentro non puoi smettere di sentirti femminile, curata. Bella insomma. Bisogna mostrare la propria bellezza, non nasconderla.” E, in fondo, anche in un posto come questo la bellezza ha un momento di gloria, grazie a un beauty pageant, a una sfilata, che è al centro del documentario di Maria Yatskova. Una volta all’anno le prigioniere mettono in piedi un vero e proprio concorso di bellezza per le altre detenute, in cui presentano, sfilando, le loro creazioni su misura. Lo spettacolo segna, di solito, anche la prima volta in passerella. Miss Gulag è solo apparentemente il reportage di quest’insolita manifestazione. Di fatto le riprese raccontano la vita all’interno della prigione e i rapporti, d’amore e solidarietà, tra le detenute seguendo da vicino le vicende di tre carcerate, Tatiana, Yulia e Natasha. Un ritratto fiero e commovente della prima generazione di donne ad essere cresciute nella Russia post – Soviet, e la testimonianza di come l’animo umano trovi nella tanto agognata bellezza il mezzo inconsueto per una personale forma di felicità. (Gender Bender 2007)
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