Film ispirato da una serie di romanzi di formazione scritti da Gilberto Dimenstein e Heloisa Prieto. Mano, diminutivo di Hermano (Francisco Miguez), ha 15 anni, sfreccia veloce per le strade della sua città in bici e sta imparando a suonare la chitarra con un insegnante che è per lui anche un maestro di vita. E’ un adolescente come tanti, con un fratello Pedro (Fiuk) poetico e tormentato e due genitori professori universitari (interpretati da Denise Fraga e Zé Carlos Machado) che entrano in crisi quando il padre si scopre gay (situazione che Mano cerca di tenere nascosta). Mano s’impegna a conquistare la compagna di liceo di cui è ‘cotto’ e con la quale desidera avere la sua prima volta. Si aggiunge la crisi sempre più nera del fratello maggiore, il tormentato Pedro, che non riesce a superare la rottura con la sua ragazza, Bia… La maggiore preoccupazione della regista “era non dipingere l’adolescenza nè troppo rosa, nè troppo nera, con ragazzi che non hanno nessuna visione del futuro, solo tra droga e sesso. È una richiesta che ci è venuta dai ragazzi stessi, nelle interviste che abbiamo fatto nelle scuole di San Paolo. Erano stanchi di essere dipinti in negativo. Volevano si parlasse anche di altro, e i temi ce li hanno suggeriti loro. Poi alcuni dei ragazzi con cui ho parlato li ho anche scelti per interpretare i protagonisti. Si può dire che la storia sia ispirata a fatti reali”. Nel film ampio spazio viene dato alla problematica omosessuale attraverso la storia del padre che scopre la sua attrazione per lo stesso sesso, e in seguito decide di andare a vivere con l’uomo che ama, fatto che sconvolge anche la vita del figlio che verrà, per questo, fatto oggetto di bullismo a scuola. “Con i frammenti del discorso amoroso si possono fare commedie adolescenziali banali oppure dotate di grazia e sensibilità. Ricade nella seconda tipologia questo piccolo film brasiliano; e ci piacerebbe che prodotti così battessero la nostra bandiera, più di tante commedie ammiccanti e pseudo-furbe. Il pregio migliore è che la storia d’iniziazione va di pari passo con la denuncia di mentalità grette e conservatrici (Mano è sbeffeggiato come figlio di padre gay), dure a sradicare non soltanto da noi ma anche nel più tollerante Brasile.” (R. Nepoti, La Repubblica)
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Come tematica gay, molto marginale e di poco rilievo, il mio voto è molto basso. Per il resto, per essere un film portoghese, ha un’impronta molto americaneggiante, che non ho apprezzato. Una commedia poco interessante, tutto gira intorno a questo adolescente che ha le sue prime storie e prime delusioni, non mi sembra tanto originale, a me non ha particolarmente colpito.
Sicuramente questo film non è tra le migliori cose del mondo ma nemmeno tra le peggiori. Un film che si fa dimenticare appena finito di vedere. Ho apprezzato veramente solo la canzone suonata alla chitarra dal protagonista nel finale, persino migliore della versione originale!
Carino. Direi un affresco di carattere. In alcuni tratti poco approfondito: se è vero che un’immagine, una frase, una musica, bastano ad accennare un concetto o un’emozione, magari anche in modo quasi poetico, tuttavia in alcuni passaggi un po’ più dentro si sarebbe potuti anche andare. Trai pregi ho apprezzato a livello di regia il ripetersi alcune scene, simili ma mai uguali, ancora e ancora: il ragazzo che sale le scale, la ragazza che appunta sul taccuino, il giovane che scrive nel blog, la tipa che fa le domande con la videocamera, la bacheca… Danno perfettamente il senso del susseguirsi dei giorni, della quotidianità che scorre.
Troppa carne al fuoco. Ci sono i problemi dell’adolescenza di sempre, come i primi approcci con l’altro sesso, ai quali si aggiungono i problemi del mondo di oggi (internet e cellulare hanno ucciso la privacy). Ci sono i problemi della gioventù, durante la quale i ragazzi devono costruirsi un avvenire e superare le prime delusioni d’amore. Ci sono poi i problemi dell’età adulta, nella quale si azzarda un primo bilancio e non sempre ci si sente soddisfatti. L’arte, secondo chi ha scritto il film, è l’unico salvagente per non affogare in un fluire incessante di problemi. In mezzo a tutto questo ammasso di tematiche, troviamo anche la presa di coscienza di un uomo che decide di abbandonare la famiglia per correre dietro al giovanotto che gli ha fatto girare la testa. E poco si cura dell’impatto che la sua scelta avrà sui suoi figli. Siamo ben lontani dal super papà di BEGINNERS. Tematiche da sviluppare meglio, magari in una serie tv.
Non capisco perchè in Italia si ostinano ancora a doppiare i film , chiudo la parentesi, è davvero un bel film dove l’intreccio delle problematiche adolescenziali con i problemi familiari è davvero ben analizzato un po sottotono nella prima mezzora , la freschezza dei giovani attori rende ancora piu bello il film .Da non perdere
interessante film sui differenti modi di affrontare la realtà omosessuale da parte dei famigliari di un marito/padre che decide di vivere serenamente il suo essere gay. film racconto dedicato soprattutto alle problematiche adolescenziali ma che risulta essere divertente e ironico, ma anche profondo quando entra in temi seri.