Il regista Christophe Honoré, 43 anni, qui al suo nono lungometraggio, apprezzatissimo dal pubblico gay per film come “Homme au bain” o “Chansons d’amour”, ritorna nelle sale dopo tre anni d’assenza con un film assai ambizioso ma forse non così gay, a giudicare dal trailer, come ci aspettavamo da un autore che viene annoverato tra i maestri del nuovo cinema queer. Ci fa comunque ben sperare il fatto che il film, presentato in anteprima alla Mostra di Venezia 2014, sia entrato anche nella competizione del Queer Lion. Il film vuole essere, secondo quanto dichiarato dall’autore, un libero adattamento, o forse meglio, un aggiornamento alla nostra epoca, del celebre poema epico di Ovidio (da qui il titolo), composto da più di 12 mila versi in latino scritti nell’anno 1, che vogliono rappresentare l’origine e la storia del mondo greco romano fino al regno dell’imperatore Augusto.
Scritta dal regista, la sceneggiatura inizia con una giovane studentessa che si lascia sedurre da un bellissimo sconosciuto davanti al suo liceo. La ragazza lo segue e l’uomo comincia a raccontarle storie sensuali e meravigliose di giovani che si sono visti trasformati in animali dopo averlo incontrato. Storie di dei che s’innamorano di giovani mortali in un mondo dove non ci sono frontiere fra dei e mortali. La ragazza non si lascia spaventare da questi racconti, anzi, si diverte e, curiosa, penetra poco a poco in un mondo di leggende… Il cast è composto da attori provenienti quasi tutti dal teatro: Amira Akili (Europa), il bellissimo Sébastien Hirel (Giove), Damien Chapelle (Bacco), Mélodie Richard (Giunone) e George Babluani (Orfeo).
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