Cinque uomini si allenano nella stessa palestra a Berlino. Ciascuno di loro, malgrado le apparenze, ha problemi con l’altro sesso. Günther non ne azzecca una con gli incontri via internet; Jerome (Til Schweiger), produttore discografico, fallisce una relazione dopo l’altra. L’avvocato Niklas è terrorizzato dal suo prossimo matrimonio e la fidanzata del maniaco del fitness Philipp resta incinta troppo spesso. E il ferroviere Roland mortifica sua moglie Nadja con continue aggressioni. Si aggiunge a questi l’omosessuale Bruce Berger (Justus von Dohnányi, premiato come attore non protagonista), cantante di successo, innamorato del suo produttore discografico, il bel Jerome, che invece non lo stima (professionalmente) per niente, ma per obblighi di lavoro sarà costretto a mandargli una lettera di apprezzamento, in seguito alla quale se lo vedrà arrivare in casa e stabilirvisi in pianta fissa. Una notte Bruce, con una scusa, riesce a infilarsi nel letto di Jerome (donnaiolo incallito) dove però tutto si risolve in qualche carezza e in un dolce “ti voglio bene”. Il personaggio di Bruce è assai stereotipato, mossette e piccole manie comprese, ma complessivamente si difende bene in mezzo ad un ritratto di bellimbusti tutti in forte difficoltà con l’altro sesso. Come volevasi dimostrare, gay o etero, in amore sono più dolori che piaceri. Un “Sex and the City” al maschile, leggermente più intelligente.
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