Varie
An Amazing Wedding (Un matrimonio da favola) tells the story of five former high school classmates who find themselves twenty years after graduation. Daniele (Ricky Memphis), the only one who has made a career, invites the guys in Zurich for his wedding with Barbara (Andrea Osvart), the daughter of the Swiss tycoon he works for. It’s the right chance for a reunion, although the former companions life was not as generous – each one had goals and dreams, but no one was able to achieve them. One of the friends is Alexander, who was forced to follow in the footsteps of his father and he has dedicated himself to a military career that forces him to hide his true nature, is gay and lives with his boyfriend Roberto.
RECENSIONI:
Daniele sta per sposare la figlia del presidente della banca di Zurigo presso la quale è impiegato. In vista del gran giorno chiama accanto a sé i suoi ex compagni di liceo, che non vedeva dai tempi della maturità. Al contrario di Daniele, pochi di loro hanno coronato i sogni giovanili: Luca voleva viaggiare e invece fa la guida turistica; Luciana voleva diventare giocatrice di calcio professionista ma un incidente le ha stroncato la carriera e lei ha finito per sposare il perito dell’assicurazione; Alessandro ha dovuto seguire le orme del padre nell’esercito nascondendo la propria omosessualità; e Giovanni, che voleva giocare in Borsa, vende borsette e ha sposato un’avvocatessa divorzista (ma ha un’amante che lo crede un uomo libero). Il matrimonio a Zurigo diventa l’occasione per ritrovarsi e fare il punto delle vite di tutti, magari con la speranza di cambiarne qualcuna.
Ennesima commedia corale vanziniana, Un matrimonio da favola incrocia i destini dei protagonisti sulla base delle solite reciproche infedeltà più che su dinamiche narrative originali. Niente di nuovo sotto il sole, dunque, niente che Carlo alla regia ed Enrico alla sceneggiatura (con lo stesso Carlo ed Edoardo Falcone) non ci abbiano già proposto nei precedenti cinepanettoni e cinecocomeri. Anche il cast è una squadra composta da facce note ai due fratelli e al pubblico, ma questa volta gli attori sono più “in parte” del solito. Fra tutti spiccano Ilaria Spada, presenza fresca e toccante nei panni dell’amante di Giovanni, e la coppia Max Tortora e Roberta Fiorentini in quelli dello zio e della madre di Daniele, maschere dell’imbarazzo degne della miglior commedia all’italiana. Quasi quasi si vorrebbe che l’intera storia ruotasse intorno a loro, alla maniera dell’episodio Le vacanze intelligenti di Dove vai in vacanza?.
Il tono di Un matrimonio da favola è più lieve e più gentile di quello cui molte “vanzinate” (specie quelle con Boldi e De Sica) ci hanno riservato in passato. Manca la cattiveria della commedia d’autore, ma c’è la malinconia nel constatare che i quarantenni di oggi vivono (quasi) tutti al di sotto delle loro aspettative. I ritratti femminili sono un po’ più sfaccettati del solito, e c’è persino un accenno alla solidarietà di genere. Ma come sempre le implausibilità abbondano, il product placement è incessante (benché seminato con una misura di intelligenza), e il leit motif delle corna fa pensare che i Vanzina aderiscano acriticamente al principio per cui “trama che vince non si cambia”. (Paola Casella, Mymovies.it – voto 2,5/5)
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CINQUE compagni di liceo, inseparabili ai tempi della 5a F, si ritrovano dopo vent’anni per il matrimonio di Daniele, ex-sfigato del gruppo: mentre gli altri sono un po’ smandrappati, lui sta per convolare con la bella figlia di un ricco banchiere zurighese.
Vengono ospitati in un albergo di lusso, assieme ad accompagnatori previsti e non: Giovanni s’è portato l’amante giovane ma lo raggiunge — inaspettata — la moglie; ad Alessandro, gay senza outing, fa una sorpresa analoga il compagno; Luciana arriva col marito cretino mentre Luca, l’acchiappasottane della compagnia, s’imbarca subito in un’avventura destinata a complicare le nozze. L’esperienza segnerà una svolta nell’esistenza di ciascuno. Carlo ed Enrico Vanzina si muovono con disinvoltura nel repertorio della commedia a equivoci, variante “pochade”: se non c’è da aspettarsi granché di nuovo, il minimo sindacale di risate non manca. Prima di un finale “all’italiana”, che ribadisce una volta di più i veri valori della vita: l’amicizia e il gioco del calcio. La migliore in campo è Paola Minaccioni, nel ruolo dell’avvocato matrimonialista. (R. Nepoti, La Repubblica – VOTO: 2,5/6)
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