Amy Jolly (Marlene Dietrich), cantante di cabaret nel Marocco spagnolo, è divisa tra un ricco pittore dilettante (Adolphe Menjou) e un fascinoso legionario francese (Gary Cooper). Splendidi i dialoghi e gli attori. È il primo film girato da Marlene a Hollywood, subito dopo “L’angelo azzurro”, sempre con la regia di Von Sternberg. Follia barocca e ultrakitsch, tra le più appetibili e divertenti del regista impone una Dietrich statuaria e passionale questa volta vittima dell’amore e meno fedifraga di quanto non sarà in futuro: quando in frak bacia maschi e femmine cantando “L’Amour Meurt” non è solo la comunità queer ad andare in visibilio.
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Lo splendore di Marlene egregiamente diretta da Von Sternberg tra i miei preferiti, insieme a Desiderio. Stupefacente la bellezza dell’attrice, forse dimenticata dal cinema e da chi potrebbe apprezzare la meravigliosità di questi vecchi film che hanno davvero fatto la storia!
Impossibile dimenticarsi di Marlene, almeno per me!
Bellissimo film onirico e sensuale. La Dietrich ricevette la sua unica (vergogna!) nomination agli Oscar proprio con Marocco, in cui si concesse un bacio lesbo. Erano gli anni che anticiparono il codice Hays, che avrebbe tagliuzzato e censurato tutte le scene più audaci delle produzioni americane per tutta la restante parte della Golden Age hollywoodiana. Ma vogliamo parlare della conturbante bellezza di Gary Cooper? Di divi come loro (e la Garbo, Gable, la Crawford, la Davis, etc) non ce ne saranno mai più.
L’inizio della Dietrich hollywoodiana molto prima della sua loptta al nazismo e anche prima degli Usa potenza mondiale.
Marocco segna l’epoca del cinema che faceva sognare: un cinema che teneva sempre presente lo spettacolo nel suo complesso e, in particolare, il teatro d’evasione e il cafè chantant in ogni sua forma.
Bel film, straordinaria attrice …
“una Dietrich statuaria e passionale (…) quando in frak bacia maschi e femmine non è solo la comunità queer ad andare in visibilio”. Sono molto d’accordo! Assolutamente da vedere…