Margarita (Nicola Correia-Damude) è una ragazza che sa il fatto suo e sa come divertirsi (non si perde una festa lesbica) ma è anche piena di problemi: non può smettere di amare la sua timida ragazza Jane (Christine Horne), studentessa di diritto, anche se questa ha paura ad impegnarsi seriamente in una relazione; non può impedire al brasiliano Carlos d’amarla, nonostante che continui a ripetergli che lei è lesbica; non riesce a disfarsi dei seccanti impiegati dell’ufficio immigrazione che si stanno interessando al suo caso. Infatti Margarita è un’immigrata messicana che, all’insaputa dei suoi datori di lavoro e della sua fidanzata, vive illegalmente in Canada dove, da sei anni, lavora a tempo pieno come domestica presso un’affermata coppia, Ben e Gail (Patrick McKenna, Claire Lautier), assistendo la figlia adolescente Mali (Maya Ritter) e non solo. Sebbene Gail e Ben siano entrambi medici professionisti, non riescono ad evitare gli effetti della crisi economica in corso, oltre a qualche inavveduto investimento. Analizzando le varie spese del loro bilancio famigliare, si accorgono che il peso maggiore è determinato dallo stipendio che danno a Margarita. Bisognerebbe quindi licenziare la bambinaia, cosa più facile a dirsi che a farsi. Ormai le sono affezionati e la considerano come un membro della loro famiglia. In più le sue avvedutezze da scaltra lesbica gli hanno spesso fatto risparmiare soldi. Senza contare la sua capacità di controllare e frenare la lingua acida e l’ansietà della giovane Mali. A conti fatti risulta chiaro che Margarita non è solo un componente della famiglia, è il motore centrale che tiene insieme e fa funzionare la famiglia. Cosa può quindi accadere quando la perderanno? E cosa potrebbe fare per evitare l’espulsione? Potrebbe sposarsi ma… Secondo film, dopo “Finn’s Girl” della coppia di registe lesbiche Laurie Colbert e Dominique Cardona, già vincitore del premio del pubblico all’Inside Out Festival, il film è un vero gioiellino di equilibrio tra comicità, riflessione e dramma famigliare, con quattro protagonisti che alla fine ci risultano tutti amabili ed umanissimi, e soprattutto un’encomiabile Margarita, assai più che una semplice domestica, che onora alla grande il mondo lesbico. Una storia tutta famigliare, dove la famiglia supera i suoi tradizionali confini parentali, e dove l’omosessualità ed il mondo queer s’integrano perfettamente.
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