Nessuno lo avrebbe previsto. Non c’era mai stato prima un palcoscenico pieno di personaggi gay dichiarati. E quando quest’opera diventò un hit a New York nel 1968 fu la cosa più sensazionale mai vista. La prima a Broadway di “The Boys in the Band” il 14 aprile del 1968 fu seguita da non meno di 1001 repliche e il suo giovane scrittore, Mart Crowley, che aveva prima lavorato nella televisione sulla costa orientale, divenne improvvisamente lo sceneggiatore più ricercato.
“The Boys in the Band” era il dramma giusto al momento giusto. Se fosse apparso qualche tempo prima o qualche anno più tardi non avrebbe avuto lo stesso impatto. Quando William Friedkin portò il dramma sullo schermo (da noi titolato “Festa per il compleanno del caro amico Harold”), l’opera e i suoi protagonisti facevano già parte della cultura sociale di massa.
Crayton Robey:”Mart Crowley è uno dei miei eroi personali. Durante la mia crescita, le opere di James Baldwin, Langston Hughes e ‘The Boys in the Band’ sono stati il principale materiale di riferimento che mi ha informato sulla vita gay. Ho finalmente incontrato Mart quando lo intervistai per il mio documentario di debutto “When Ocean Meets Sky”. Dopo quell’intervista, Mart si è dimostrato entusiasta all’idea di condividere con me il suo personale archivio, mettendomi nella straordinaria possibilità di creare un documentario che catturasse, dal palcoscenico al film, il rivoluzionario dietro le quinte (‘making of’) di “The Boys in the Band”.
Effettua il login o registrati
Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.
Condividi