Il sedicenne Murat è berlinese, turco e gay. E’ anche impaziente di fare esperienze. Nella sua famiglia è il fratello maggiore, Osman, che detta le regole. Quella fondamentale è che gli uomini che amano gli uomini sono un disonore. Nonostante ciò, Murat va ogni notte nei parchi alla ricerca di sguardi furtivi e incontri occasionali. Alla fine entra in contatto con l’enigmatica subcultura delle marchette e dei travestiti turchi. Questo mondo sotterraneo diventa la nuova casa di Murat. Qui incontra Lola, che è turca come lui e canta in uno show di travestiti. Tra Lola e Murat si instaura subito una forte amicizia, ma Lola custodisce un segreto in cui è coinvolto Osman, il fratello di Murat. Alla ricerca della verità sulla propria famiglia, Murat scoprirà che Lola non è che suo fratello, cacciato da Osman anni prima. Ma questo è solo l’inizio delle scoperte di Murat. (Togay 1999)
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Il film, ancora dopo dieci anni dopo la sua uscita (o meglio, per noi in Italia verrebbe da dire la “non uscita”) conserva ancora tutta la sua forza espressiva per il tema (l’analisi di una “sottocultura” come quella gay turca – d’emigrazione) e per la forma perfetta, interpreti eccezionali e set in una Berlino che pulsa in tutta la sua contraddizione. Un capolavoro.