“Andy Warhol lo ha reso famoso. Il cinema underground lo ha reso un sex-symbol. Il suo corpo lo ha fatto diventare una leggenda.” – Joe Dallesandro ha compiuto sessant’anni all’alba del nuovo anno. Guarda alla sua carriera come sex-symbol che copre un periodo di 40 anni. La prima pietra di questa carriera è stata posata nella “Factory” di Andy Warhol, nella sua performance come prostituto in Flesh (1968); a queste sono seguite altre partecipazioni ai film di Paul Morrissey, l’uomo che lo ha scoperto, come “Trash” del 1970, “Frankenstein” (1973) di Andy Warhol e “Dracula” (1974), sempre di Andy Warhol , che lo ha poi portato in Europa, dove ha girato “Black Moon” con Louis Malle e “Merry-Go-Round” con Jacques Rivette verso la metà degli anni Settanta. Dallesandro una volta ha doppiato ‘the underground Valentino’, ed è anche menzionato come ‘Little Joe’ (… ‘Una spinta di qua, una spinta di là’ …) nella canzone di Lou Reed “Walk on the Wild Side” del 1972; I fianchi con i jeans sulla copertina dell’album “Sticky Fingers” dei Rolling Stones sono i suoi. E’ famoso per essere stato il primo ragazzo che abbia avuto il coraggio di rispondere senza mezzi termini a un pugno di Norman Mailer ad una festa. La fotografa e proprietaria di gallerie d’arte Vedra Mehagian Dallesandro è la figlia di questa leggenda vivente. Il documentario che ha prodotto è un ritratto molto intimo. Come si può rendere giustizia a un’icona come Joe Dallesandro in soli novanta minuti? “Questa effettivamente è stata la vera sfida”, dichiara la regista Nicole Haeusser. “Joe ha abbattuto molte barriere e stabilito nuovi standard, ma sotto tutto questo c’è una persona che è rimasta umile ed è ben consapevole di cosa la fama possa darti da una parte e toglierti dall’altra.” (Berlinale 2009, tr. G.B.)
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