Film sperimentale, un caleidoscopio di immagini che ci accompagnano nel viaggio d’iniziazione di Jean-Christophe, dalla sua nascita fino alla sua rinascita. Madre prostituta, che vediamo solo all’inizio, padre assente, Jean-Christophe cresce praticamente da solo. Adolescente scopre la sua sessualità e identità. Pian piano imparerà a liberarsi dei demoni del passato, tra violenze, sogni e mondi fantastici, fino all’incontro col padre, che aveva atteso per tutta la vita. Il film è suddiviso in tre parti. Nella prima conosciamo Maria, una donna robusta di mezza età che viene visitata da un angelo che le annuncia che avrà un figlio, che dovrà parecchio soffrire prima di morire di aids. Nella seconda parte, Jean-Christophe, il figlio, è adolescente e deve vedersela con una società sfruttatrice e omofoba mentra sperimenta gli estremi della sua sessualità. Nella parte finale (L’ultima cena) Jean-Christophe incontra finalmente il padre tanto agognato. Ogni parte ci viene presentata con immagini grottesche, esotiche, anche umoristiche, sempre poetiche. Riferimenti alla religione, all’arte, a film, con anche canzoni e balletti ci regalano uno splendido miscuglio multimediale, che ricorda facilmente il cinema di Derek Jarman. Film per palati raffinati, nutrimento raro ed essenziale per cinefili troppo spesso in astinenza, che fortunatamente ha trovato una buona distribuzione con la Open Reel di Cosimo Santoro
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