Il film, ambientato in Sud Africa, racconta la storia della 12enne Chanda (Khomotso Manyaka), assai più matura e saggia delle sue coetanee. Vive con la sua famiglia in una piccola comunità di Elandsdoorn, un villaggio nei sobborghi di Johannesburg. La vita nel villaggio procede tranquilla e pacifica nonostante le tensioni politiche e la guerriglia urbana che s’intravede all’orizzonte. Chanda si dimostra la persona più forte della famiglia, famiglia che si sta distruggendo dal dolore per la morte della sorella più piccola. Lillian (Lerato Mvelase), la madre di Chanda è caduta in una profonda depressione e il patrigno Jonah (Aubrey Poolo) ha scelto di perdersi tra bar e case di puttane. Rimane quindi solo Chanda a prendersi cura della madre e dei due fratellini. I problemi di Chanda iniziano quando la madre si ammala. I vicini di casa pensano subito che la sua malattia sia causata dall’Aids e crescono paranoie e sospetti. Chanda si prende cura delle piaghe che sono apparse sul corpo della madre subito dopo la morte della figlia mentre la gente pensa che siano causate da lei (nessuno pensa che possa essere stato Jonah). Una vicina amica, Auntie Tafa (Harriet Lenabe), cerca di aiutarla suggerendo a Lilian di partire. Ma Chanda è testarda e vuole continuare a prendersi cura della madre. Riesce anche ad associare la cosa con un’amica di scuola che si era allontanata per guadagnare soldi prostituendosi ed era ritornata con l’Aids. Quando questa ha bisogno d’aiuto non le gira le spalle ma la invita a rifugiarsi in casa sua. Chanda combatte da sola contro pregiudizi e paure, meglio e più di una persona adulta…
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