Siamo nell’alta società, davanti ad una riunione famigliare che dovrebbe ricomporre diversi legami tra genitori, figli e amanti vari. Patricia Clarkson, attrice amatissima dal pubblico gay, interpreta il ruolo di Celia, matriarca di una borghese famiglia disfunzionale, che, in procinto di vendere una bellissima casa delle vacanze sul lago (con infinite stanze e zona per la servitù), decide di festeggiarci un ultimo Memorial Day per un weekend coi propri due figli. Roger (Joseph Cross), il più assillante (forse anche per distogliere i pensieri dai suoi disastri nel settore finanziario) è accompagnato dalla fidanzata Vanessa (Alexia Rasmussen), una ragazza del posto che spera di ottenere qualche aiuto per il suo lavoro, ma che Celia non ritiene di livello sociale e culturale adatto per il proprio figlio. L’altro figlio è Theo (Zachary Booth), che arriva accompagnato dal suo ultimo ragazzo (sono insieme da tre settimane), Luke (Devon Graye), anche se non capiamo bene quanto sia profondo il loro legame o se sia stato invitato solo per un dovere di rappresentanza. Celia spera in questa occasione di riannodare un legame più stretto col figlio gay. Theo ha invitato anche una sua amica regista ed il suo fidanzato coi quali sta girando una sit-com, nella speranza di farle accettare una sua sceneggiatura. Le tensioni crescono quando un incidente mette in subbuglio la famiglia. Il perfezionismo di Celia ed il suo sentimentalismo nostalgico non trovano spazio, mentre ognuno deve affrontare le paure del proprio futuro e di rimanere solo… Film quasi perfetto nelle interpretazioni e nella valorizzazione del bel paesaggio lacustre, si rivela debole nella capacità di approfondire i contenuti e dare spiegazioni, lasciando lo spettatore assai freddo davanti a personaggi che alla fine sembrano solo superficiali ed egoisti.
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