Rosa è una bellissima ragazza madre dei bassi di Napoli. Lavora nel negozio di parrucchiera di Lello e Patrizia, nella zona bene della Città. Lello sbava per lei, Patrizia, invece, la ama come una figlia. L’ossessione di Lello per Rosa la costringe a scappare dal negozio e Patrizia, che si sente tradita dalla ragazza, prende le parti del marito ripudiandola, e lasciandola così senza lavoro. Ma Rosa non è sola, ha due grandi amiche del cuore: Micaela, donna passionale e stravagante e Carla, transessuale sensibile e materna. Sono loro la sua vera famiglia. Insieme, provano a sbarcare il lunario tra messe in piega improbabili a signore defunte e make up all’ultimo grido per le lolite dei vicoli. Fino a tentare la grande scommessa di aprire un salone di parrucchiere nel loro quartiere. Ad aiutarle in quest’impresa c’è Salvatore, affascinante tatuatore di cui Rosa è stata a lungo innamorata. Dalla ricerca del locale all’organizzazione dei lavori non proprio a norma…Salvatore fa tutto per la bella Rosa! E cosi, grazie all’aiuto di questa famiglia allargata e di tutto il quartiere, Rosa riesce nel suo intento ed apre “Testa e Tempesta”, sotto lo sguardo attento di Patrizia e del suo fedele assistente gay Kevin, ex bambino prodigio, che da lontano seguono con gelosia ogni sua mossa. Per Rosa è il momento di giocarsi tutto, e con la sua determinazione riuscirà anche a suscitare l’interesse della tv, che la contatta per realizzare un servizio sulle Donne di Napoli. Ben presto ogni sogno, speranza e desiderio sembra prendere forma. Ma questa grande visibilità fa esplodere definitivamente l’invidia di Patrizia. Precari equilibri verranno messi in discussione quando un misterioso avvenimento cambierà le sorti del negozio. E sarà quello il momento in cui Rosa e Patrizia mostreranno davvero quale cuore posseggono le donne di Napoli. Spiega il regista Stefano Incerti: “Sono le donne ad avere rilievo assoluto nel film: in questa sorta di moderna società matriarcale l’uomo ha un ruolo marginalissimo e spesso non ne esce bene. Il mood è quello di certa commedia europea sempre sensibile a piccoli personaggi della periferia per i quali la realizzazione di un sogno, pur nelle difficili condizioni di vita, riscatta anni di stenti e di privazioni. La protagonista si scopre capace imprenditrice, ma riconquista anche il rispetto e l’amore di un figlio che stava pian piano perdendo e forse anche la stima di sé, anche quella, perduta da quando era stata lasciata dal padre del bambino. In una cornice vitale e vivacissima anche quando malinconica, contrappuntata da serate di colore e musica, in un’interculturalità che avvicina Napoli, unica vera metropoli del nostro Paese, a New York; insomma approfittando di un taglio moderno, ho provato ad utilizzare un linguaggio anche pop, senza rinunciare a delle virate improvvise e taglienti, anche spietate, come nella Commedia di Ettore Scola o di Dino Risi”. “Un film che non ti aspetti in un cinema italiano spesso troppo prevedibile: il regista Stefano Incerti riesce col suo ottavo lungometraggio a sorprendere il suo pubblico e forse anche se stesso. Se si escludono le donne al centro del racconto, La parrucchiera ha poco in comune con i film a cui pure allude: i primi lavori di Pedro Almodovar e l’estetica pop di Pappi Corsicato. Girato in un bellissimo simil technicolor, è un trionfo di costumi, trucco, acconciature, musica e recitazione che affronta temi contemporanei e dove la risata ha un retrogusto amaro. Forse c’è un po’ troppa carne al fuoco, ma resta il piacere di vedere un film che riporta al centro della narrazione una città dalle molte anime e dai mille colori, spesso mortificata da cliché e semplificazioni insopportabili”. (Daniela Catelli, Comingsoon.it – voto: 3/5)
CRITICA:
Napoli è di nuovo capitale del cinema. In attesa del nuovo Amelio godiamoci questa stravaganza di Stefano Incerti ( I vesuviani , Gorbaciof ) che raccoglie tutto il trash sociale e sentimentale da tv, tra Gomorra e Un posto al sole . La storia di un negozio di parrucchiera, spesso al centro di complicità femminili, diventa qui un’occasione di riscatto per la shampista molestata che si mette in proprio con l’amica e un trans.
Tutto è tagliato a grana grossa, buoni cattivi ed eventuali redenti, il latin lover e la usuraia sguercia, il gay perfidino e la moglie offesa, la brava Cristina Donadio e i prodotti chimici letali. La commistione tra denuncia e gayezza al neon calda di phone produce divertimento per il contributo di un affollato cast in cui si amano Massimiliano Gallo e Pina Turco. (M. Porro, Corsera – voto: 6,5/10)
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La crisi, più o meno declinata in versione giovanile (qui soprattutto femminile), alimenta molti film. Stefano Incerti, autore napoletano dall’eclettico percorso, ha shakerato questa ispirazione in un composto stilistico che riunisce suggestioni diverse. Soprattutto il moderno gusto pop di un tipo di commedia sbarazzina e graffiante praticato più fuori (modello Almodóvar) che in Italia, con il ricordo di commedie popolaresche italiane, e anche di ambiente napoletano, della stagione pre-boom. Su tutto domina il piacere di rappresentare un mondo, quello napoletano dei vicoli, coloratissimo: tra la memoria del technicolor anni 50 e l’odierno melting pot (in particolare napoletano) di etnie e culture.
Figura centrale la procace Rosa che abbandona il negozio della parrucchiera presso il quale lavora stufa delle molestie del marito della titolare, e mette su un locale suo con l’aiuto di due stravaganti amiche e del tatuatore da sempre innamorato di lei (Massimiliano Gallo in un ruolo che ricorda Antonio Cifariello), compagnia che per il figlio adolescente di Rosa — senza padre — costituisce una famiglia. La visione delle cose, non sappiamo quanto incisiva, è gaia e vitale. E l’esperimento di linguaggio risulta originale nelle strettoie odierne tra cupezza e vacuità. (P. D’Agostini, La Repubblica – voto 3,5/6)
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