Trasposizione in live action del cartone omonimo del 1991, tratto da una fiaba di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont. Belle, una giovane ragazza, finisce prigioniera nel castello di una bestia. Malgrado i suoi timori, la giovane fa amicizia con i servitori incantati del castello e impara a guardare oltre l’aspetto orribile e la rabbia ferina della bestia, scoprendo l’animo e il cuore gentile del principe che si cela dietro la sua maschera di rabbia.
Ormai sta diventando un nuovo filone Disney trasportare un proprio cartone animato di successo in un film drammatico con personaggi veri (vedi il successo di Cinderella del 2015 e c’è in corso d’opera anche la trasposizione del Re Leone), cosa che potrebbe essere lodevole nella misura in cui il nuovo format presenti delle reali novità. In “La Bella e la Bestia”, diretto dal regista gay Bill Condon (Demoni e Dei, Kinsey, Dreamgirls) qualcosa di nuovo sembra esserci, seppure non proprio ‘rivoluzionario’. Anzitutto l’ambientazione, che qui è più cupa e drammatica, con un castello gotico molto più borghese, ma soprattutto abbiamo una più approfondita rappresentazione dei personaggi secondari, che diventano quasi dei co-protagonisti, come ad esempio Gaston (interpretato dall’attore gay dichiarato Luke Evans, uno dei pochi ad ammettere che il suo coming out del 2002 non gli ha ostacolato per niente la carriera), corteggiatore bifronte. Ma anche i due protagonisti, la Bestia (Dan Stevens) e la Bella (Emma Watson) mostrano degli aspetti nuovi. Il primo (che visivamente ci ricorda l’omonimo capolavoro di Cocteau del 1946) sembra una versione reale dell’uomo elefante, un diverso, prigioniero della sua solitudine e malinconia, che non riesce nemmeno a pensare che Bella potrebbe amarlo. La sua lenta trasformazione è qui più struggente che nella versione animata, più viva e romantica. Belle (Emma Watson) è anch’essa una figura diversa da quella del cartoon originale, più consapevole e femminista, non più una specie di topo da biblioteca ma una donna appassionata alle invenzioni come il padre.
Un’altra novità dovrebbe essere quella, super-reclamizzata dai vari media, della prima volta di un personaggio dichiaratamente gay nei film Disney, che sarebbe LeTont, spalla dell’antagonista Gaston. Il regista Condon ha infatti dichiarato: “Le Tont è un personaggio che un giorno vuole essere come Gaston e un altro vorrebbe invece baciare Gaston. È un personaggio che non sa ciò che vuole e che si è appena reso conto di provare questi sentimenti. E Josh Gad lo interpreta in modo sottile, delizioso, rendendolo magico e bello. Non voglio svelare nulla, ma alla fine ci sarà la prima scena gay in un film Disney”. La scena di cui parla il regista non è però un coming out vero e proprio. Anche il personaggio di Le Tont è cambiato, non è più negativo, ma altruista, di buon cuore e non è asservito a Gaston che invece cerca di far ragionare con consigli da buon amico. Ad esempio con battutine che servono a mitigare il rammarico di Gaston rifiutato da Belle. Quando Gaston gli chiede come mai, essendo così ricco di buoni consigli sul mondo femminile, nessuna donna l’abbia ancora catturato, Le Tont risponde: “Dicono che sono troppo appiccicoso”. [segue spoiler] Per quanto riguarda la scena espressamente gay sarebbe quella che riprende un momento del film del 1991 in cui ad un certo punto un uomo viene vestito da donna da Guardaroba e questo, terrorizzato nel vedersi in quelle vesti, fugge via. Nel film attuale invece ci sono tre uomini che vengono vestiti da donna da Guardaroba e uno di loro dimostra di sentirsi perfettamente a proprio agio, compiaciuto. Nel ballo finale LeTont sta ballando con una donna e ad un certo punto avviene uno scambio casuale di coppie e LeTont si trova a ballare proprio col travestito contento (la scena dura appena un secondo). Quindi niente di eclatante e nessuna confessione d’amore gay. Probabilmente le anticipate dichiarazioni del regista, approvate dalla dirigenza Disney, sono servite a fare un po’ di pubblicità gratuita al film, ma anche a far parlare di come l’omosessualità al cinema, anche quando rivolto ai più piccoli, non sia più un tabù. Tranne che in Russia dove il film viene vietato ai minori di 16 anni (sic!)
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