Un bellisssimo film sulla conoscenza di se stessi, sull’amore e sul passaggio all’età adulta. Oltre all’originale rivisitazione di interessanti tematiche il film si presenta anche con un’originale e accattivante impostazione stilistica, grazie ad un’ottima fotografia e montaggio (vedi ad esempio la trasformazione della polverosa vastità di un parco di motocross in una stroboscopica discoteca o il surreale utilizzo della musica). Tema centrale del film è sicuramente la scoperta del desiderio e dell’identità omosessuale da parte della protagonista Mati, accompagnato però dal dramma famigliare dei genitori, con la madre Gabi che scopre l’omosessualità del marito Paul (uno struggente Dominik Warta). Quest’ultima cosa non viene però presentata come un tradimento, ma come l’angoscioso dramma che l’uomo si porta dentro.
In Austria l’esame finale per il diploma di scuola superiore si chiama “Matura”. A differenza della parola tedesca “Abitur” (dal latino “abire” cioè andare via) il termine austriaco include anche il significato di raggiungere l’età adulta.
Mati (una bravissima Sophie Stockinger), 17 anni, è l’unica ragazza all’interno di un gruppo di motociclisti (tra i quali risulta sempre vincente nelle gare) che si sta diplomando in attesa di andare all’università di Vienna per studiare medicina veterinaria, sulle orme della madre dalla quale dovrebbe ereditare lo studio (ma nulla di tutto questo le viene mai chiesto direttamente). In tutto il film, come nella società contemporanea, non c’è grande capacità di comunicazione tra le persone, se escludiamo le nuove mode tecnologiche. Sembrano parlare di più i lunghi silenzi, i corpi e le vicinanze o lontananze tra di essi. Mati non si sente veramente dentro al mondo che la circonda (significativa la riposta che dà alla madre quando deve provare l’abito per il giorno del diploma: “Sembro un pagliaccio”). Ancora di più quando percepisce il suo disagio di fronte al migliore amico Sebastian (Jack Hofer) che improvvisamente gli dichiara un sentimento ben più profondo. Anche il sassofonista Sebastian si trova dentro ad un grande disagio, e non solo per il rifiuto di Mati, ma per un futuro che non sente suo (il lavoro all’interno della piccola fattoria del padre). Bravissima la regia e la sceneggiatura ad offrirci con poche immagini e parole, l’anima dei diversi personaggi. Come l’interessante figura di Carla (Julia Franz Richter), una ragazza indipendente già capace di valutare il valore delle cose e delle persone che la circondano. Carla lavora part-time nello studio veterinario della madre di Mati, dove le due ragazze s’incontrano e iniziano un delicato percorso di avvicinamento, con un’attrazione reciproca spontanea ed istintiva (un altro sottile riferimento al titolo). Nel suo secondo lungometraggio (dopo Talea del 2013) Katharina Mückstein utilizza immagini nitide, parole chiare e battute incisive per raccontare di una giovane donna dalla personalità non semplice sul punto di camminare oltre l’adolescenza. Il comportamento dei suoi genitori ci dice che essere maturi e saper affrontare il futuro non ha niente a che fare con l’età anagrafica.
Il titolo è un riferimento diretto allomonimo brano del 1985 di Franco Battiato, sull’istinto animale che avvinghia l’uomo senza mai andarsene. L’Animale è un film sulle forze contraddittorie che guidano le nostre vite. Katharina Mueckstein ha definito il suo film come la sua risposta personale alla domanda: “Quanto, noi persone moderne, siamo davvero libere?” aggiungendo che tutti noi vogliamo approvazione e rispetto, essendo sensibili e spesso spaventati. La regista sottolinea anche che “La resistenza individuale, il coraggio di liberare l’identità e la sessualità personali […] è il più grande potenziale rivoluzionario dei nostri tempi.”
Il film viene presentato in anteprima italiana al festival cinematografico per ragazzi di Giffoni con questa sinossi: “Mati e la sua gang di ragazzi si sentono gli eroi del villaggio quando girano sulle loro motocross. I genitori di Mati – Gabriele, una veterinaria, e Paul, un geometra, sono due persone affermate e stanno ultimando i lavori per la costruzione della loro nuova casa. Quando Mati incontra Carla, il suo mondo vacilla. L’incontro con questa ragazza indipendente mostra a Mati come anche lei potrebbe essere: vitale, aperta e molto diversa dai suoi amici competitivi e alla moda. A complicare ulteriormente le cose, il migliore amico di Mati, Sebastian, si innamora di lei. Nel frattempo, anche il mondo dei suoi genitori scricchiola. Gabriele scopre il segreto custodito dal marito: farà finta di nulla o lo affronterà? Paul, d’altro canto, è sempre più sotto pressione a causa della verità che nasconde. Alla fine tutti i personaggi affronteranno lo stesso dilemma: cosa conta di più? Apparire o essere?”.
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