Dopo dieci anni di felice vita matrimoniale Nicolas (Claude Yan) e Vincent (Laurent Artufel) sono pronti a rischiare i pregiudizi e l’accettazione sociale. Entrambi esperti conoscitori dei party-materasso, si trovano presto a dover gestire un sexy sandwich con il bellissimo studente Gabriel (Jonathan Burteaux). Il film potrebbe essere un manuale di sopravvivenza per famiglie allargate ed alternative, indagando sui vari intriganti retroscena che portano ad una convivenza a tre e su come far fronte all’ipocrisia sociale che accetta la coppia gay ma si scandalizza davanti a qualcosa di più. Ricco di disinvolte coreografie accompagnate da una vivace colonna sonora, il film può essere visto come un incrocio tra “La Cage Aux Folles” e “Rent”, sebbene senza quei “noiosi” rituali della vita domestica, oppure come un film musicale di Bollywood, finalmente decisamente camp, dove le misure contano quanto l’amore nella ricerca della felicità…
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Faccio un po’ fatica a commentare perchè è l’apoteosi di ciò che odio di più dell’ambiente gay (a cui comunque appartengo, giusto per non ingenerare equivoci): coreografie pacchiane eseguite da interpreti spinzettati e molto alla moda, canzoncine banali sia nei testi che nelle musiche, per non parlare della situazione messa in scena, appena accettabile in una puntata “riempitivo” di queer as folk. Assolutamente da evitare.
L’impressione che sia un prodotto di Bollywood sulle rive della Senna è effettivamente la più convincente , anche se il colore esotico è sostituito da una eleganza abbastanza plastificata come dice il commentatore prima di me. In definitiva un film insulso con musica non male e interpreti attraenti. Erotismo zero nonostante l’argomento. Voto 5.
Ho comprato il dvd originale a Parigi: soldi spesi male, malissimo!
I tre protagonisti maschili sono bellocci, ma sembrano fatti di plastica. Si salvano solo alcune delle interpreti femminili e alcune delle canzoni.
Se proprio volete vederlo, vedetevelo la sera di Natale, mentre smaltite il pranzo con i parenti; ma è di sicuro meglio vedersi l’ennesima riproposizione natalizia del “Piccolo Lord”.
zdfga