Film premiato tre volte (Miglior film TV, Miglior regia e Miglior musica) al Festival di La Rochelle nel 2018.
Un film sulla ricerca del perdono, sia dell’altro che di se stessi, e di come gli eventi possono cambiare le nostre vite.
Il film segue due linee temporali con lunghi flashback per nulla disturbanti. L’oggi, siamo nel 2015, con Jonas (l’ottimo e bellissimo attore emergente francese Felix Maritaud, 120 battiti per minuto, Sauvage), un 30enne dal corpo tatuato, che sta facendo arrabbiare il suo fidanzato Samuel (David Baiot) che non sopporta di vederlo andare ogni notte con uomini diversi, e gli anni ’90, quelli della sua infanzia, quando è un liceale 15enne (Nicolas Bauwens) che scopre la sua omosessualità senza grossi problemi (a parte qualche insulto dai compagni di scuola), sebbene sia un ragazzo timido e un po’ goffo e inizia a vivere una bellissima e tenera storia d’amore con l’adolescente ribelle Nathan (Tommy Lee Baik). Fino ad un terribile evento…
Oggi Jonas, che lavora alla portineria di un ospedale, è un uomo tormentato, sempre sessualmente sicuro di se stesso, forse troppo, che passa gran parte del tempo in discoteca e a fare sesso audace (incatenando amanti). Non è più il docile ragazzino amatissimo dai genitori, ora è un uomo duro, che lotta con se stesso per andare avanti, con qualcosa che lo turba profondamente. Lo vediamo scontrarsi con altri uomini, per futili motivi, in un locale gay, il Boys Paradise, dal quale viene cacciato, poi lo vediamo nell’ennesimo incontro casuale, questa volta però si tratta di una figura periferica del suo passato che gli ricorda un trauma che è certamente all’origine dei suoi dannosi comportamenti odierni…
Ottima le regia che ci fa percepire la vulnerabilità di questo macho moderno, creandoci l’ansia di scoprire cosa nasconde, facendoci entrare sempre più nei suoi panni, nell’attesa di una necessaria liberazione e rivelazione, un finale catartico e profondamente emotivo (che non sarà deludente anche per lo spettatore più esigente).
La bellezza di questo film pieno di grazia e sensibilità, un raffinato thriller psicologico, risiede anche, oltre ad un’ottima regia che prevede un futuro brillante per Christophe Charrier, nelle superlative interpretazioni dei quattro interpreti e nella splendida musica originale di Alex Beaupain, autore che ha composto le musiche per diversi film di Christophe Honoré.
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