Accolto non troppo bene dalla critica che lo ha giudicato banale e superficiale, questo film ha comunque per noi qualche motivo d’interesse. Diciamo subito che non aggiunge nulla di nuovo a quanto già sapevamo, soprattutto per chi ricorda il sottovalutato “Nipote di Beethoven” di P. Morrissey, film centrato sull’ambiguo rapporto tra il musicista e l’amato nipote Karl. Anche in questo film della Holland Beethoven palesa chiaramente il suo grande amore per il nipote, un amore così grande da essere cieco e sordo davanti alla realtà di un nipote senza arte nè parte (ma carinissimo), tutto preso a rubare i soldi dello zio da giocare con gli amici e ad illuderlo con continue bugie. In questo film però l’omosessualità di Beethoven, pur non essendo mai dichiarata, viene fortemente sottolineata per il fatto che il nostro sommo artista si trova messo di fronte ad un’appetitosa occasione etero, una bellissima fanciulla 23enne (Anna Holtz) invaghita del musicista e della sua opera, che non provoca in lui nessun appetito sessuale. Il nostro eroe, anzi, considera la fanciulla alla stregua di un compagno d’armi, tanto da stare nudo in sua presenza senza nemmeno accorgersene (veramente un po’ volgare e poco credibile la scena in cui le mostra il deretano). Il personaggio di Beethoven presentatoci dalla Holland è comunque ambiguo in tutti i sensi, secondo il classico clichè che accomuna genio e sregolatezza. Metà volgarotto frequentatore d’osterie e metà geniale e innovatore artista riesce ad essere in parte credibile solo per la bravura dell’interprete Ed Harris. Cosa che purtroppo non riesce all’interprete femminile, Diane Kruger, che fatica a unificare una statica espressione madonnesca con un inappropriato carattere da moderna femminista (ma sembra che anche Beethoven se ne accorga e cerchi di aiutarla a migliorarsi). Un film forse inutile, che noi possiamo apprezzare per un Beethoven molto “queer” ma che dovrebbe comunque piacere anche ai melomani che potranno seguire la prima esecuzione assoluta della nona sinfonia con un’inedita doppia direzione (vero pezzo forte del film).
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Il film è molto noioso e concordo con quanto detto nelle recensioni sotto la mia e in quella principale. Il personaggio di Beethoven viene fatto vivere in una realtà tutta sua però allo stesso tempo si fa aiutare da questa musicista alle prime armi. Lo trovo contraddittorio.
beethoven non ha mai chiesto aiuto nel comporre…se qualcuno si azzardava a criticare solo una nota lui si imbestialiva…il film è un patetico inchino al femminismo:beethoven aiutato da una donna nella composizione della nona…ridicolo!!!!!!!
io penso, dato che l’ho visto a scuola che sia istruttivo
è molto noioso ma nello stesso tempo anche istruttivo e interessante perchè evidenzia in modo particolare le diverse opere e momenti in cui le compone e le presenta.Spesso sono drammatiche