Louie ha trentadue anni e da otto vive a Tel Aviv senza documenti. Abdu, ventiquattro anni, è fuggito da Ramallah dove, una volta scoperto essere gay, è stato accusato di spionaggio e torturato dall’esercito palestinese. E infine Faris, ventitré anni, in fuga da una famiglia che ha cercato di ucciderlo quando ha saputo della sua omosessualità. Le terribili storie di tre ragazzi colpevoli di essere omosessuali nati in Palestina, osteggiati sia dai loro connazionali che dagli israeliani. Ad accoglierli la comunità gay di Tel Aviv, tra amanti ebrei e lavori bislacchi con cui sbarcare il lunario. L’unica possibile soluzione? Scappare all’estero, dove ottenere rifugio lasciandosi tutto alle spalle. Tre storie strazianti, in cui a dominare è l’intreccio tra religione, fanatismo e odio. Ma anche una sottile traccia d’ironia, per un affresco umano in cui vengono affrontate tematiche quali il conflitto tra identità personale e identità nazionale, desiderio di libertà e necessità di accettazione. (ToGay)
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