Un film molto bello, politicamente scorretto (vedi l’uso delle droghe e della corruzione) che utilizza l’agonia di un “felice libertino” malato di cancro per raccontarci dove sta andando il mondo di oggi. E’ un film fatto di dialoghi, stilisticamente si presenta come il seguito del “Il declino dell’impero americano” (ma non solo, anche i protagonisti sono gli stessi, vent’anni dopo), che riesce però a convolgerci completamete, riuscendo a divertirci e nello stesso tempo a farci riflettere. Lo inseriamo in questa lista per la presenza, tra gli amici che assistono il malato, di una coppia gay convivente e molto bene integrata. Peccato che il regista la utilizzi poco e con molta discrezione.
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Politica, religione, droga e sesso, non mancherebbe niente in questo film se non fosse che l’ho trovato triste e malinconico. Il figlio perfetto, con il lavoro perfetto e la ragazza perfetta, sprofonda nei bassifondi dello squallore sociale per amore del padre, un amore difficile da capire forse “automatico” o “dovuto”, non so, ma un amore che non mi piace. La triste vita del padre, ricca solo di avventure sessuali, viene raccontata con flashback noiosi, contornata dai ricordi degli amici, anch’essi riguardanti il sesso, in cui tutto diventa ridondante e palesemente barboso. Un amore costruito a tavolino, dove sicuramente quello che risalta è la malinco-noia, e un amore incomprensibile tra genitori e figli e una forte voglia di arrivare alla fine…in tutti i sensi!
Il film gira attorno al riunirsi di una famiglia in seguito alla malattia del padre di famiglia.
Devo dire che francamente il film non ha ne una trama accettabile e nemmeno un ritmo adeguato. In poche parole mi sono annoiato molto.