Thomas e Anne, due amici d’infanzia, hanno perso i loro genitori sui ghiacciai delle Alpi. Mentre Anne, dopo un periodo difficile, riesce ad accettare questa perdita improvvisa, Thomas la rifiuta e si spinge in un’autodistruzione dove tutti i piaceri sono spinti all’estremo (con droga e frequentazioni delle dark room parigine a Ibiza). Quando anche il suo partner morirà egli tenterà di adottarne il figlio Grégoire, ma la società non può permetterglielo: Thomas è un bisessuale, instabile, con frequentazioni pericolose e Anne non è altro che una puttana, oltre al fatto che hanno anche avuto rapporti incestuosi . . .
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Questo film di Faure è un incredibile melodramma . Un ragazzo,molto giovane, rimane orfano e non superando la perdita vive da grande una vita talmente dissipata da far impallidire Don Giovanni. Il “catalogo” delle sue conquiste è veramente variegato. Donne,uomini,la sorella. Unico punto di riferimento umano è un ragazzino figlio di un’amante morta, che rimasto abbandonato cerca disperatamente di proteggere. Scena clou del drammone è il ragazzino che non si sa come entra in un gay bar e scopre il protettore a quattro zampe vestito da donna che si fa scopare.So che raccontato così fa soltanto sorridere. C’è da aggiungere (nel male) un’abitudine fastidiosa di molti registi francesi di far ascolare fuori campo una voce ispirata e altamente lirica che commenta i fatti. Di positivo il taglio veloce e leggero tipico dei film francesi e una buona recitazione. Comunque molte pretese per un risultato modesto. Voto 6.