Nella pudica Londra vittoriana, il brillante giovane dottore Mortimer Granville è in cerca di un nuovo lavoro. Lo trova presso il Dottor Dalrymple, specializzato nel trattamento dei casi di isteria, i cui angoscianti sintomi nelle donne includono pianto, malinconia, irritabilità, rabbia. Dalrymple è convinto che la causa del malanno sia anche la repressione sessuale imperante in quell’epoca, e cura le ‘isteriche’ con una terapia scandalosamente efficace: il “massaggio manuale” sotto le gonne delle sue pazienti. Il dottore, però, deve lottare contro la fiera disapprovazione della figlia Charlotte, sostenitrice dei diritti delle donne più deboli. Mortimer decide di affinare il metodo terapeutico: quando il suo lungimirante amico Edmund gli rivela il progetto del suo nuovo spolverino elettrico, gli viene in mente un’idea irresistibile. L’effetto sarà dare nuova linfa alla sua pratica medica, provocando nelle sue pazienti sensazioni forti… Il personaggio secondario di Edmund, visibilmente un eccentrico gay, è interpretato dall’attore gay Rupet Everett, che riesce in modo esilarante a rubare la scena in ogni sua apparizione. Sul film ha dichiarato : “è una commedia molto politically incorrect, ipotizza persino che la regina Vittoria usasse il vibratore. Ma la storia insegna che probabilmente non ne aveva bisogno: si narra infatti che il marito Albert fosse assai ben equipaggiato e che Victoria avesse una vita sessuale molto appagante… Il film ci dimostra come, nonostanta l’ipocrisia di facciata dell’epoca vittoriana, la sessualità fosse consumata proprio in quegli anni nella sua maniera più estrema. La Londra vittoriana era piena di sexy shop, naturalmente ben nascosti nei vicoli, e frequentati di nascosto“
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Non so cosa ci sia di “gay interest” in questo film, un attore non può trasformare un film politicamente socialista e sull’orgasmo femminile in un film a tema. Comunque, a parte questo, è sempre interessante scoprire “la storia”, anche se in questo caso politicamente incorretto ma, devo dire che il racconto è stato fatto in modo simpatico, ma con la fine abbastanza ovvia e scontata.
Quando ho sentito che Rupert Everett era parte del cast ho pensato: “Everett in un film sulla masturbazione femminile? Vuoi vedere che finalmente ha chiuso con i ruoli da frocetto?”. Seeee, figuriamoci, quello si è fottuto la carriera il giorno che ha deciso per il coming out. E poi la gente si chiede come mai si prendono le Canalis di turno da esibire come fidanzate… Ve lo vedete Clooney ad interpretare solo il migliore amico gay fino a 90 anni?
Ora però passiamo al film in oggetto. In realtà la masturbazione femminile e l’invenzione del vibratore sono un modo ironico per esporre un argomento piuttosto serio. In particolare è evidente il riferimento alle infinite terapie di analisi a cui si sottopongono le donne che “non hanno altra malattia che la noia” (Agatha Christie definiva così le donne della buona società). La critica è diretta verso tutti quei presunti scienziati che intascano palate di soldi non facendo praticamente nulla.
Dategli un’occhiata, è simpatico.
Sianmo nel 1880. Mentre la ricerca scentifica va avanti anche in medicina, un promettente medico si scontra con i medici del tempo che preferiscono fare salassi ad una igiene perfetrta delle ferite. All’ennesima volta che viene sbattuto fuori in un ospedale trova lavoro da frenologo (una specie di ginecologo) che per curare depressione di donne a cui manca il sesso pratica una specie di masturbazione alle sue pazienti. E’ così che il giovane medico, grazie all’aiuto di un amico (il gay in questione), inventa il vibratore.
Ma la vera storia, almeno quella più interessante è un’altra. Una delle sorelle del frenologo è una femminista che si batte per la parità delle donne e che ha una casa per poveri che il padre cerca di far chiudere. Non anticipo nbulla, ma ci sarà lei nelo futuro del giovane medico, sia nella sua vita, che nel suo futuro lavorativo …
Film divertente, mai noioso e con bravi attori.
Un film delizioso sull’universo femminile e su come un uomo abbia pensato a cambiarlo in meglio. Una donna forte e indipendente che si fa strada attraverso i preconcetti della società su cosa vuol dire essere una donna che ragiona fuori dagli schemi. Piacevolissimo.