Il documentario di Jannik Splidsboel è un ritratto della vita e delle opere del duo artistico scandinavo formato da Michael Elmgreen (nato a Copenhagen nel 1961) e Ingar Dragset (nato a Trondheim, in Norvegia, nel 1968), giunto solo in anni recenti al successo e al riconoscimento internazionale.
Compagni nella vita e nell’arte, i due si sono incontrati – e innamorati – nella metà degli Anni Novanta, quando Elmgreen lavorava alle sue prime installazioni artistiche, mentre Dragset era un talentuoso clown con una passione sfrenata per i lavori a maglia. Dal loro incontro nasce Instant baby, primo di una lunga serie di opere, happenings e installazioni provocatorie e controverse. Nel 1997 si trasferiscono a Berlino: è nella capitale tedesca che il loro lavoro – che fonde scultura e architettura – comincia a ricevere riscontro a livello internazionale, grazie ad opere come la serie di Powerless Structures (2001), o la roulotte che emerge dal pavimento della Galleria Vittorio Emanuele a Milano al traino di una Uno bianca, in Short Cut (2003), realizzato per la Fondazione Nicola Trussardi, o ancora Prada Marfa (2005), il finto store collocato nel deserto del Texas. Tra le loro opere più celebri, il discusso monumento alle vittime omosessuali dell’Olocausto, al Tiergarten di Berlino (spesso oggetto di atti vandalici). Il 2009 è l’anno della consacrazione, con la progettazione del padiglione della Danimarca e dei Paesi Nordici alla Biennale di Venezia e la menzione speciale della giuria per il progetto The Collectors. (Gender Bender)
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