Aidan Breslin (Dennis Quaid) è un detective la cui frustrazione raggiunge ogni ambito della sua piccola vita, che lo costringe a lavorare e/o a stare con i suoi figli, senza lasciargli il tempo, la forza e la volontà per accettare la morte della moglie avvenuta qualche anno prima.
Si ritrova dunque a dover indagare su una serie di omicidi efferati e, grazie agli evidenti indizi lasciati dagli assassini, giunge alla facile conclusione che questi si rifanno alle figure bibliche dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse: Pestilenza, Carestia, Guerra e Morte.
Proprio qui è da ricercare il motivo per cui questo film viene inserito nel nostro catalogo: inaspettatamente uno degli Horsemen è gay, e il riferimento è tutt’altro che velato. Il suo personaggio non ha comunque molto spazio e, visto il suo “hobby”, non riflette certo un’immagine positiva…
Naturalmente non possiamo dire come va a finire, diciamo solo che il messaggio che si cela dietro alle morti, purtroppo, non sempre viene capito: una denuncia contro gli abusi, l’incomprensione e l’assenza della famiglia, soprattutto dei genitori…
Sia ben chiaro, il fine non giustifica i mezzi…!
Di per sè il film non ha molti punti di forza: a metà fra un thriller e un horror, splatter soltanto a tratti, il suo unico pregio sta forse nell’originalità della trama, nella visionarietà di Akerlund.
Purtroppo però i difetti sono palesi. La scenografia è piuttosto scadente (si vede che i cadaveri sono manichini…!); l’interpretazione sentita e partecipe di Quaid contrasta con la recitazione mediocre del restante giovane cast; le scelte cromatiche sono banali e mal gestite e l’idea delle sospensioni, quasi a voler mischiare sacro e profano, è abbastanza discutibile.
Nel complesso il film risulta decisamente prevedibile (e per una pellicola che parla di serial killer è un difetto piuttosto serio!), ma forse era voluto dal regista stesso, dato che proprio nel trailer viene rivelato uno degli assassini.
Ad ogni modo “Horsemen” potrebbe essere una valida alternativa per passare la serata, per chi non è debole di stomaco e non ha grandi aspettative. (Gaia Borghesi)
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Non mi e’piaciuto, per nulla. scialbo per essere un thriller di gay solo uno dei 4 cavalieri mah.