Doppio triangolo amoroso con qualche complicazione, per una storia che si dipana nell’arco di pochissime ore – dal mattino alla sera – e dove non sempre all’apparenza corrisponde la realtà. Mihai e Mihaela sembrano una stanca coppia di giovani coniugi, ma in realtà sono amanti, e mentre in auto discutono sull’opportunità di rivelare la verità al marito di lei, investono la prostituta Ana. Ripresasi dall’incidente, la ragazza trascorrerà con loro il resto della giornata, complicando, o forse risolvendo, l’instabile situazione della coppia.
Girato con un budget ridottissimo (300.000 euro), Pescuit sportiv fa della povertà di mezzi un’arma vincente, potendo comunque contare su un’ottima sceneggiatura dai dialoghi briosi e intelligenti, supportata da un’altrettanto buona interpretazione dei cinque attori (i tre protagonisti e i due comprimari). Volutamente spiazzante nel contenuto come nella forma, il film si mantiene in equilibrio tra tragedia – Ana inizialmente sembra morta, Mihai e Mihaela la portano in un bosco per seppellirla – e commedia – i personaggi secondari danno quasi sempre vita a incisi narrativi dai tratti surreali -, riuscendo a mantenere intatta una indovinata profondità…. Senza nessuna pretesa di analisi sociale eccessivamente profonda, che avrebbe inevitabilmente affossato il film verso inutili derive esistenziali, Pescuit sportiv veleggia tranquillo verso un finale magari anche prevedibile, ma assolutamente non banale e privo di inutili orpelli esplicativi. In fondo la pesca sportiva del titolo altro non è che un passatempo: si cattura il pesce e poi si ributta in acqua, e tutto torna ad essere come prima, come se nulla fosse accaduto; tanto “Il pesce non soffre”, come spiega senza troppa convinzione Mihai a una incuriosita Ana. (Manuela Pinetti, Zabriskiepoint.net)
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