Nei paesi baltici, la Lettonia, in passato quello più legato alla sfera sovietica e, dopo la caduta del comunismo, quello che è rimasto più vicino all’influenza della Russia putiniana, il movimento gay è una roccaforte di uomini e donne accerchiata dal governo omofobo, da un’opinione pubblica arretrata, dalle intolleranti associazioni di cittadini, la più agguerrita delle quali ha un nome che è tutto un programma (No Sodom). Il disperato (e disperante) racconto dei Pride a Riga, violentemente contestati, boicottati, annullati a partire dal 2005, le contraddizioni e i compromessi all’interno della stessa comunità GLBT, un pastore luterano omosessuale che molla la Chiesa, i matrimoni dimostrativi in piazza, le allucinanti interviste ai leader dei gruppi anti-gay descrivono un clima d’altri tempi, da caccia alle streghe, del tutto fuori dalle utopie della nuova Europa. (Togay 2011)
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