Triller sperimentale con aspetti ‘apocalittici’ con al centro una squadra sportiva che deve affrontare una grave crisi proprio alla vigilia di un incontro chiave. Una lunga eclissi di sole lascia lo stadio in una perenne oscurità. Al suo interno degli uomini con strani tatuaggi si esercitano in uno sport che non viene mai mostrato né nominato. Qui è stato ritrovato il corpo di Saman, la polizia ha già identificato un presunto colpevole e sta cercando di ricostruire le dinamiche del delitto in modo da archiviare il tutto al più presto. Ma il caso si rivela più complicato del previsto. Una malattia sconosciuta si diffonde. Gli amici di Saman non sembrano collaborare. Il vero assassino ed i suoi complici vogliono servirsi di questa ricostruzione per commettere un altro reato: uccidere la sorella gemella della vittima, che si dice essere un vampiro. Nel ricreare la scena dell’omicidio, i partecipanti dimenticano la loro parte e scoppia il caos: i personaggi sembrano essere intrappolati in un eterno loop, in cui gli eventi si ripetono in differenti modi.
Questo intimo dramma del giovane regista Shahram Mokri intreccia in modo inquietante spazio e tempo nei labirintici corridoi dello stadio per formare una cupa allegoria. Quella sensazione opprimente che il tempo e la storia si siano fermati, fondendo insieme passato, presente e futuro, probabilmente riflette l’umore di molti giovani iraniani riguardo alle loro vite. Presentato alla Berlinale 2018, sezione Panorama, in concorso per il Teddy Award
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