Mentre suonava con gli Hole negli anni ’90, la batterista e lesbica dichiarata Patty Schemel fece oltre 40 ore di registrazione filmata della band di Courtney Love. Vent’anni dopo, il suo obiettivo era quello di trasferire semplicemente i nastri in video 8 di quelle riprese in formati più aggiornati, ma la sua compagna pensò a qualcosa di assai più grande. Il risultato è questo documentario di P. David Ebersole che porta il titolo di uno degli hit degli Hole nel 1998. Patty Schemel, sebbene provenisse da una piccola fattoria nella periferia di Seattle, è sempre stata un outsider. I fans (ma anche i detrattori) degli Hole conoscono bene la loro parabola: la drammatica ascesa e caduta nel turbinio della droga dei beniamini del grunge, sempre sotto le luci dei riflettori in una storia piena di oscurità, suicidi e overdose. La storia personale di Schemel è affascinante, dai tempi della scena rock di Seattle degli anni ’90 fino alla cover di Rolling Stone. Dalla grande amicizia con la star dei Nirvana, Kurt Cobain, alla lotta per la sopravvivenza contro la dipendenza, il regista Ebersole indaga sotto la superficie, intrecciando i filmati degli anni ’90 con più recenti interviste. Una oggi lucida Schemel, i compagni della band Hole, Courtney Love, Eric Erlandson, e Melissa Auf der Maur, così come la grande amica Nina Gordon, compongono insieme un complesso, originale e completo quadro di quei caotici anni. Nel film troviamo anche rare clips di Kurt, Courtney e della piccola Frances.
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