Aggiornamento del faustiano patto col diavolo. L’intera vita del giovane Jamie Morgan è stata condizionata dalla grande voglia a forma di cuore che ha in volto. A causa di questo “problema”, Jamie ha sempre vissuto nella paura e nell’isolamento, nascondendosi il più possibile dal resto del mondo. Vine nell’East End londinese, un’area dominata da bande di teppisti incappucciati la cui violenza ingiustificata ha convinto ancora di più Jamie che il mondo è un luogo malvagio e senza senso. Secondo le news televisive più recenti, le gang indossano maschere da demoni, ma una notte Jamie scopre un’orribile verità: quelle non sono maschere, e i membri delle gang sono creature diaboliche. Dopo l’omicidio della madre, il ragazzo deciderà di uscire dal suo isolamento e di affrontare l’orribile realtà: si troverà di fronte ad un incubo più perverso di quel che immaginava, seppur inizalmente mascherato da quello che è stato il suo sogno di una vita… Interessante metafora della paura e della difficile accettazione di se stessi, specie quando si è in qualche modo diversi dagli altri. Si farebbe qualsiasi cosa pur di essere accettati dalla comunità ed amati. La prima vittima del nostro protagonista sarà un’altro diverso, una marchettaro gay, abbastanza stupido da voler giocare col suo supposto cliente il ruolo della mummia, e andare così incontro al suo sacrificio finale. Lo spettatore potrebbe credere che si tratti di un ennesimo oltraggio all’omosessualità realizzato da una sceneggiatura più adatta agli anni pre-stonewall che ai nostri giorni, ma un esame più approfondito, aiutato anche dal comprensivo atteggiamento del protagonista, può farci vedere la figura del gay come quella di un’altro diverso vittima di una società malefica. Il regista ha detto che l’idea del film gli è venuta lavorando con gente affetta da disturbo bipolare (doppia personalità), peccato che il finale non si armonizzi con una prima parte più originale e stuzzicante. Il film ha vinto nel 2010 il Best Independent Film Award al Toronto After Dark Festival. Dello stesso regista ricordiamo il migliore “Riflessi sulla pelle” anch’esso presente nel nostro catalogo.
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