Una commedia nera girata quasi come un musical, una fiaba grottesca con punte di grand guignol, il rovesciamento beffardo del mito tedesco della Heimat, la testimonianza di un talento visivo fuori dal comune, insomma un film che cavalca molti generi e tocca i più diversi registri senza seguirne nessuno fino in fondo. Ambientato nella scuola di una piccola cittadina tedesca maniacalmente pulita e ordinata, Freischwimmer travasa figure e motivi della grande cultura Europea (il liceo si chiama Kafka, la scena più dura sembra una versione horror della Classe morta di Kantor…) in uno schema da campus – movie Americano, col giovane poco dotato fisicamente (è quasi sordo, non nuota bene) che per vendicarsi dei suoi persecutori finisce per esagerare…Ma sotto la superficie scintillante di piscine olimpiche e reginette del liceo, dietro le geometrie del nuoto sincronizzato e i colori squillanti della pasticceria locale, si insinuano i veleni di una resa dei conti generazionale che affronta anche le colpe e i fantasmi dei padri assenti. Segnando il ritorno di un talento che dopo anni da habitué dei grandi festival internazionali e dopo aver raccolto una serie di trionfi nelle serie televisive, si riaffaccia sul grande schermo con un film inatteso e spiazzante, diverso da tutto ciò che il risorgente “nuovo cinema” tedesco ci ha dato in questi ultimi anni.
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