Il regista, raccontando la storia dell’ultimo harem e dell’ultima concubina, attraverso un incastro di tempi e volti ed espressioni diversi, riesce a illustrare un universo per noi lontano senza la retorica dell’esotismo coatto e imposta una storia di rimpianti e ricordi. Il film ci riporta nel 1908, tra le stanze, gli eunuchi, i riti e le congiure dell’harem. Intrecciando i piani temporali, in un mix di esotismo fantastico e ricerca storica, Ozpetek impagina un film elegante e sfuggente, che nel tentativo di sottrarsi ai famosi luoghi comuni sull’harem – visto come paradiso di soffice perversione erotica – finisce con l’essere forse un po’ troppo asessuato.
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Solo recentemente sono riuscito a vedere questo film ed ero molto curioso. Devo dire che mi ha sorpreso positivamente e mi è piaciuto molto. Mi ha colpito soprattutto l’atmosfera mentre la semplicità (e la non grande originalità) della storia non mi ha dato, nel complesso, la sensazione di “incapacità” narrativa. Il film contiene anche una carica sensuale gradevole che non ritrovo negli altri film di Ozpetek. Brava, oltre che molto bella la protagonista.
Questo è il film più problematico di Opzetek. Quello più criptico e meno a contatto con la realtà dell’oggi. Ma ha una sua dignità, non vedo perchè degradarlo …
Non brutto ma neanche uno dei migliori di Ozpetek, forse un po’ noioso.
I film di Ozpetek sono tutti uguali e banali, con pretese di essere grande opere d’arte ma che altro non sono che polpettoni pieni di merda!