Ottimo film che fa riflettere e che trasmette una sottile ma penetrante angoscia. Si nota una certa freddezza, un relativo distacco, da parte del regista verso i suoi personaggi: nonostante tenti la strada della pietà raggiunge al massimo quella di una sottile ironia che, ove possibile, li rende ancora più mostruosi. Ognuno sembra cercare la felicità nella soddisfazione sessuale. Anche i bambini vengono inseriti, dagli adulti, in questa logica: uno è subito identificato come omosessuale e all’altro viene indicato come obiettivo primario l’eiaculazione. Chi rifiuta questa logica, vedi la vicina di casa cicciona, deve essere un mostro, infatti uccide (staccandogli d’un colpo l’osso del collo) chi ha osato scoparla, lo taglia a pezzetti e lo conserva in frigorifero per eliminarne un pezzo al giorno. Anche il personaggio forse più buono del film, la sorella hippy, alla fine risulta essere solo stupido e imbranato.
Il messaggio del regista sembra quindi essere assolutamente pessimista e anche l’ultima scena, che vorrebbe dare una patente di serenità e normalità a tutti i personaggi, richiama invece alla memoria, nel migliore dei casi, la famiglia Addams. Peccato che l’autore non abbia voluto indicarci, attraverso un personaggio o una situazione, una via di uscita o almeno una speranza. La felicità non esiste?
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Sconvolgente, dissacrante, ineluttabile…
Da vedere, meglio se a Natale… e dopo tutto non è che si sente un granchè il bisogno di “…una via di uscita o almeno una speranza.” a fine film ;o)