Primo lungometraggio sloveno diretto da una donna, Varuh Meje è un thriller psicologico sull’ossessione tutta maschile di proteggere i confini politici e sessuali. Girato e fotografato nello stile inimitabile del cinema dell’Est, con i colori sfumati e saturi come nei film degli anni ‘70. Film vincitore del premio come miglior opera prima al San Francisco LGFF 2002.
Alja, Zana e Simona in vacanza dall’università partono per un viaggio in canoa lungo il fiume Kolpa che separa la Slovenia dalla Croazia. Un confine carico di significati politici, cicatrice di una ferita ancora troppo recente. Il panorama è mozzafiato e si riflette nella bellezza delle tre ragazze, ma aleggia allo stesso tempo un’atmosfera di mistero e vago pericolo. L’avventura del viaggio produce cambiamenti nei rapporti tra le amiche: Alja – audace e sexy – seduce Zana mentre Simona, timorosa e moralista, si trova isolata. L’incontro con un pescatore dall’aspetto sinistro e la notizia della presenza nella zona di un serial killer danno una svolta tragica alla spensierata vacanza, soprattutto quando ad una festa di paese scoprono che il pescatore nonché ‘guardiano della frontiera’ è un politico conservatore ultranazionalista.
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