Il film ci è sembrato una bella favola contemporanea, con buoni e cattivi che alla fine si scambiano i ruoli e con un assoluto vincitore che è “Bandini” (lo sentirete nominare spesso nel film) cioè l’immaginazione al potere, l’immaginazione (cioè la recitazione nella vita) che s’impadronisce della realtà.
La storia è quella di un padrone di un’industria danese, Ravn, che, volendo, democraticamente, sentirsi alla pari coi dipendenti, si finge uno come loro e s’inventa un fantomatico Grande Capo che vive in America, dal quale farà arrivare le direttive più impopolari. A un certo punto Ravn, che pure amava così tanto i suoi “colleghi”, pensa di vendere tutto lasciandoli senza lavoro. Trovato l’acquirente, questi vuole però concludere l’acquisto direttamente col padrone. Da qui la necessità di comperare un attore fallito (Kristoffer) e fargli fare per qualche giorno la parte del Grande Capo. Non possiamo dirvi cosa e come succederà ma, come al solito ci soffermiamo sui punti di nostro particolare interesse… segue sulla scheda
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Film particolare, niente a che vedere con gli altri di Lars Von Trier. E’ divertente, mi ha fatto ridere in vari punti. Lo consiglio..
Non ci si crede che sia lo stesso Lars di Dogville, è anche vero che non ci si crede dopo aver visto Dogville che sia lo stesso regista di Dancer in the dark, ancora più inverosimile avendo visto Dancer in the dark che sia lo stesso di Hot men cool boyz, detto ciò dei quattro film citati, per quanto molto diversi, me ne piacciono tre. Ti perdono Lars, credo in te e trovo che tu sia un genio!