Varie
Ely è assistente presso un veterinario, è una persona tranquilla, e sta con una ragazza che abita in un’altra città. Daria divide la casa con Ely, ed è sua amica da tanto tempo. Daria viene scoperta mentre si mette in mostra in un bar per sole donne; ma lei ha una buona scusa: lavora lì. Sia Ely che Daria conoscono Kia, professoressa al college, con una discreta propensione alla saggezza. Kia sta con Evy, un’infermiera appena divorziata che è tornata a vivere con la madre. L’oscuro figuro che la pedina ogni tanto è il suo ex marito. Kia abita insieme a Max, un’aspirante scrittrice, che passa il tempo a lamentarsi della sua condizione di single. Per qualche ragione si sono messe tutte in testa che Max e Ely potrebbero stare insieme. Ma non è una cosa facile. Intanto Ely ha già una ragazza, anche se sembra più una scusa per motivare la sua estrema timidezza. Poi c’è Max, complicata, eccessiva, una romantica senza speranza. Mettere le due insieme è un compito arduo. Kia, Evy e Daria hanno deciso di provarci.
Da “Lo schermo velato” nell’appendice di Vincenzo Patanè:
«È una commedia romantica e divertente su un gruppo di amiche lesbiche, che vivono con disinvoltura nella comunità dyke di Chicago, tra amori e chiacchiericci: Kia (McMillan), che sta con Evy (Melendez), e Daria (Sharp) studiano un piano per mettere assieme Max (Guinevere Turner, che ha scritto e prodotto il film assieme a Rose Troche), alla ricerca di una storia d’amore, e Ely (Brodie), più matura ma anche un po’ bloccata nei rapporti con gli altri. Le protagoniste, ironiche e colte, vivono in un universo dai valori definiti, caratterizzato da un originale modus vivendi, in cui essere lesbiche è la cosa più naturale del mondo. Questo mondo armonioso, avulso da tutto e di fatto senza uomini, eppure impregnato di una particolare freschezza, dette fastidio a molta critica, che lo trovò irreale e fastidioso. Ma tant’è, è la rivincita contro Hollywood: qui – grazie a una sceneggiatura intelligente e senza retorica, dai pregnanti dialoghi gergali – le protagoniste non si piangono addosso, non trovano difficoltà nell’accettarsi e vivono con gioia la loro sessualità, che si esprime liberamente. “Go Fish”, diventato uno dei simboli del cinema lesbico, è uno degli esempi più felici del “New Queer Cinema”.»
Un gioiello della cinematografia lesbica, una perla rara, un pezzo vintage di un periodo che ormai sta scomparendo. Il ritratto di un microcosmo sapientemente sondato, amato e portato alla luce: La comunita’ lesbica americana degli anni 90′ dove: Istinti, desideri,sogni,erotismo,paure,indecisioni, ricerca di se’ si scontrano,si incontrano,si narrano, sino a divenire un simposio di autentica,lisergica, smisurata confessione. Max (Gueneviere Turner) e’ una randagia Kiki Girl in cerca di amore e lo trovera’ nella compagna piu’ improbabile, attorno a lei si muovono le sorelle,amiche,amanti che compongono la sua vita, che sono la sua vita. Rose Trosche (poi in seguito regista di The L World) parla chiaro. Essere Lesbiche e’ un meraviglioso lavoro a tempo pieno. Da guardare e amare per sempre!!!!
Premesso che non amo il b/n, l’ho trovato molto ben fatto e, cosa molto importante, molto POSITIVO! Un’interpretazione ottimistica della realtà senza finzioni particolari o storie allampanate e inverosimili. Direi davvero ottimo. 8
Ciao lory. Io posso aiutarti. Ti ho mandato un messaggio privato qui sul sito. A presto 🙂
come faccio a vederlo?
Bel film, di genere indipendente, montaggio in b/n niente male.. Realistico per certe dinamiche ci avvengono nelle comitive lesbiche.. Da vedere..
be carino come film! ma io preferisco the L word….
Una descrizione dell’essere lesbicha negli anni ’90…sembra più che altro un documentario. Me lo aspettavo un pò diverso però…
Ah, finalmente l’ho visto! l’hanno trasmesso oggi pomeriggio alle 14.30 su mgm… spero che non siano state tagliate delle scene troppo esplicite… qualcuno sa dirmelo? comunque un film veramente fantastico… così anni ’90, che nostalgia! quando parlare di lesbismo era un affronto alla quiete pubblica! peccato che poi Rose Troche si sia commercializzata con The L Word, quello sì che è poco realistico… Go Fish almeno è interpretato da lesbiche vere…
La Turner qui fighissima! Niente a che vedere con la locandina però… mi chiedo da dove salti fuori quella scena, dato che nel film non c’è.
Carino. Documentaristico. Scene di sesso ben curate, come poi si vedrà in L Word del resto, visto che la regista è la medesima. Rose Troche.