Laura Muscardin ha detto: “Si tratta di una storia d’amore. In questo film cerco di capire quanto forte possa essere l’impatto dell’amore e della passione su qualcuno che deve affrontare giorno dopo giorno l’idea della morte. Dato che la maggior parte dei personaggi del film è gay è ovvio che questo definisca un certo ambiente, ma io continuo a pensare a Claudio e Andrea come due persone innamorate, niente di più. Per il cinema italiano questo è un tema forte”. Giorni affascina e commuove, senza mai scadere nel facile melodramma, ma piuttosto descrivendo un limpido frammento di realtà che diviene lo spunto per interrogarsi sull’autenticità delle certezze, sull’abitudine a lasciarsi scivolare la vita addosso e sulla possibilità di liberarsi dalla paura, di vivere, ma anche di amare. (informagay.it)
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Quello che salta all’occhio guardando il film: i gay sono infedeli, bugiardi e portatori di malattie contagiose. Quindi la solita storia ricca di difetti e luoghi comuni, vista da un etero potrebbe confermare le idee che molti si fanno del mondo omosessuale e non accetto questa disonestà, perché non è sempre così!!! Mi sarei meravigliato se alla fine, non ci scappava il morto … No, no, non è questo che rende bello un film!
Tralasciando tutta la parte della malattia, secondo questo film pare che un omosessuale non possa essere fedele. Poichè anche quando si sente appagato sentimentalmente al primo faccino ammiccante sembra debba distruggere una storia di anni per una scappatella … Per fortuna nella realtà esiste anche altro …
bel film fatto bene..e forte!!brava la regista che dirige gli attori con grazie ed eleganza!!
Pare che in Italia non è possibile produrre un film di,per,con gay “normale”.
Comprendo solo che si deve essere ammalati e morire,vivere in un perenne
stato di angoscia e recitare come per fare ben capire che è solo una finzione.
Pessimo e disonesto perche’ la realtà che vivo,anche nel Belpaese ,è un poco
diversa.