Questo film, come spesso accadeva in quegli anni, si propone con due diversi livelli di lettura, frutto di un’abile e arguta sceneggiatura. Un livello è senz’altro rivolto agli spettatori gay, che possono trovarvi una intensa storia d’amore omosessuale, anche se mai dichiarata. L’altro livello è quello percepito dal pubblico etero che si gode la storia senza immaginare nessun riferimento gay. Quando George Macready salva la vita di Glen Ford, i due uomini diventano subito amici. Ambedue sono giocatori d’azzardo ed entrambi non lasciano spazio alle donne nella loro vita. La loro relazione è esclusiva e felice, fino a quando Mcready parte per un viaggio e ritorna con una moglie. La moglie Gilda (Rita Hayworth) è una viziosa attaccabrighe che presto mette i due uomini uno contro l’altro. Gilda, irascibile, arguta e sarcastica, stimola la gelosia dei due amanti che si manifesta in modo furioso. Sebbene l’omosessualità tra i due uomini non sia mai dichiarata, essa risulta evidente da mille sottili velate allusioni (naturalmente per chi le vuole cogliere). Un melodramma camp che non ha nulla da invidiare a molti film gay contemporanei.
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