Il Giardino dei ricordi

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Il Giardino dei ricordi

Film triste ma bellissimo. É un ritratto feroce della piccola borghesia canadese, delle sue ambiguità, incertezze e paure. L’espediente dell’impiccato che ritorna dopo dieci anni e si confronta con tutte le persone che causarono indirettamente la sua morte (ed anche con se stesso), è molto efficace e coinvolgente. L’obiettivo del regista è dimostrare che tutti i personaggi hanno bisogno di liberarsi dalle proprie schiavitù. L’omosessualità del protagonista funziona come cartina di tornasole per rivelare a ciascuno la propria misera condizione. Da vedere e rivedere.

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Un commento

  1. zonavenerdi

    E’ un film bello e recitato bene; ma molto intenso e faticoso da seguire. E’ un film sui preconcetti (non solo sull’omosessualità) e su dei meccanismi familiari che facogitano tutti, ma che nessuno vuol cambiare. La morte del protagonista provabilmente è solo psicologica. Essendo tornato dopo tanto tempo si era illuso di trovare una situazione migliore; ma poi capisce che niente migliorerà mai e decide di sparire per sempre. Morto o non morto è come se lo fosse per la sua famiglia.

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In occasione del matrimonio di sua sorella Rosemary, William Sweet torna dopo dieci anni di assenza nella casa di famiglia situata nelle campagne della Nova Scotia. Quando era andato via, era giovinetto, grosso e pieno di problemi: oggi è un ragazzo magro, agile e dichiaratamente omosessuale. La sua famiglia invece è rimasta la stessa: c’è la madre che, come sempre, minaccia di andare via; il padre, perennemente alcolizzato; la nonna vecchia e bisognosa di assistenza. William vorrebbe in qualche modo mostrarsi al di fuori, ma a poco a poco l’atmosfera della casa lo afferra di nuovo e lo riporta dentro tutte le problematiche familiari nel frattempo diventate più gravi e profonde. William torna con la memoria a quando suo padre lo picchiava e sua madre, scoperte le tendenze omosessuali, tentò di cambiarle, facendolo incontrare con una donna del luogo. In casa c’è infatti un’altra persona, una bambina, che si dice la figlia piccola: è in realtà nata dal rapporto occasionale di William con questa donna. In preda al peso dei ricordi e all’inquietudine del presente, William si impicca. O forse no. Perché il giorno dopo, egli vede nel giardino il proprio cadavere e comincia a parlarci. Poi la mamma scompare e nessuno riesce a trovarla. Allora William seppellisce il sé stesso grasso di una volta, quindi decide di andare di nuovo via. Porta con sé Violet, la piccola, e le dice che andrà a vivere con lui e un altro uomo per formare una nuova famiglia.

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