Varie
Freeheld tells the story of fearless Police Detective Laurel Hester, working to bust New Jersey drug dealers with her long-term partner and mentor, Detective Dane Wells. Though close, Laurel has never been honest with Dane about her sexual orientation and Dane nurses a long-held attraction to her. Their friendship is tested when Laurel falls in love with a younger, openly gay, car mechanic, Stacie Andree, who urges Laurel to be open about their relationship. Laurel finds the domestic happiness she’s long sought with Stacie and they buy a house together. When Laurel is diagnosed with a terminal illness, she risks coming out of the closet to ask the county commissioners (Freeholders) to grant her police pension to Stacie when she dies (as would happen automatically for any heterosexual, married couple), so Stacie can afford to stay in their home. The Freeholders refuse Laurel’s request, citing religious and budgetary reasons.
Conservative Dane overcomes his own prejudices and leads the fight to reverse the decision and rallies his fellow policemen to Laurel’s cause. Stacie devotes every waking moment to saving Laurel’s life. The case draws the attention of a larger-than-life, gay, political activist, Steven Goldstein, who competes with Dane to lead the struggle, racing against the clock to right this injustice while Laurel is still alive.
CRITICA:
“… Freeheld – Amore, Giustizia, Uguaglianza di Peter Sollett che racconta con correttezza ma senza vera originalità la storia di una detective di Ocean County che, attaccata da un tumore che non le lascia speranza, lotta con tutte le sue forze per poter passare la pensione alla sua compagna. Una storia vera che Julianne Moore (la poliziotta) ed Ellen Page interpretano con inappuntabile professionalità.” (Valerio Cappelli, Corsera)
Dopo Io e lei e prima di Carol la storia vera, già in un documentario Oscar di Cynthia Wade, di una poliziotta del New Jersey, minata dal cancro, che lotta sui diritti civili, benefit pensionistici della compagna (2002-2006). In Freeheld – Amore giustizia uguaglianza i reazionari nemici cambiano parere ma sotto ricatto, gli amici fanno outing ma con fatica: il film strappalacrime, Philadelphia al femminile (lo sceneggiatore Nyswaner è lo stesso), ci istruisce su una materia attuale in cui siamo arretrati.
Anche se la regìa di Peter Sollett non rinuncia agli optional da lacrima, l’attenzione è sulla love story ben servita con strepitosa, partecipata raffinatezza da Julianne Moore, e la meccanica Ellen Page, dichiaratasi gay dal vivo, al fianco di un pugno di maschi divisi tra Bene e Male, tra pietà e orgoglio eterosessuale. (M. Porro, Corsera – voto 7/10)
NOTE DI PRODUZIONE:
Il 26 giugno 2015 è il giorno che ha visto la Corte Suprema degli Stati Uniti prendere una decisione storica garantendo a tutti gli americani il diritto di contrarre matrimonio, diritto esteso anche alle coppie omosessuali. Quella mattina, il presidente Obama ha tenuto un discorso alla nazione: “I progressi in questo percorso avvengono spesso attraverso piccoli incrementi, a volte facendo due passi avanti e uno indietro, grazie allo sforzo persistente dei cittadini che vi si dedicano.” Il presidente, in quel commento, avrebbe potuto tranquillamente essersi riferito alla vicenda del tenente di polizia del New Jersey Laurel Hester e della sua compagna Stacie Andree – una storia che ha avuto inizio come una semplice questione di amore e di identità personale, ma che nel 2005, è diventata un punto cardine nella crescente lotta per la giustizia, l’uguaglianza e la parità di diritti. La lotta inizia quando la coppia sta vivendo un momento di trasformazione. Hester, che si è improvvisamente e profondamente innamorata di Stacie, riceve una terribile notizia: ha un cancro ai polmoni in stadio avanzato. Il suo unico ed ultimo desiderio è lasciare i suoi benefit pensionistici alla compagna Andree in modo da prendersi cura di lei pur in sua assenza. Ma le sue richieste vengono ripetutamente rigettate dai cinque Freeholders dell’Ocean County – nome che hanno i funzionari della contea del New Jersey. Un freeholder solleva obbiezioni sul fatto che quello che, apparentemente, sembrerebbe un semplice atto d’amore, possa minacciare “la santità del matrimonio”. Non accettando che le venga negato ciò che ad ogni persona eterosessuale verrebbe concesso come una cosa ovvia e un diritto, Hester intraprende un’audace campagna di difesa dei diritti nel momento più difficile della sua vita. E, sebbene la sua storia con Andree sia oramai ad un crocevia a causa della malattia, canalizza il potere del suo amore e della sua coscienza in un’occasione di cambiamento di portata monumentale. Questa storia così intensa e importante viene rappresentata sia attraverso le coinvolgenti vicende procedurali, sia descrivendo la sfaccettata storia di un amore inaspettato e irresistibile, in grado di superare i pregiudizi e l’intolleranza grazie all’abilità del regista Peter Sollett (LONG WAY HOME), alla sceneggiatura di Ron Nyswaner (PHILADEPHIA) e alle interpretazioni del premio Oscar®, Julianne Moore, e della nominata all’Oscar®, Ellen Page, nei ruoli rispettivamente di Hester e Andree. Lo sceneggiatore Nyswaner ha dichiarato: “Le tematiche trattate in FREEHELD sono universali. Tutti noi desideriamo essere trattati con rispetto, tutti vogliamo riconosciuto il diritto di amare la persona che abbiamo scelto di amare e tutti abbiamo bisogno che la nostra comunità riconosca il valore del nostro lavoro e delle nostre relazioni. Questo è ciò per cui Laurel e Stacie hanno combattuto. ”
DAL DOCUMENTARIO AL FILM ATTRAVERSO I CAMBIAMENTI STORICI
La storia di Laurel Hester è apparsa sulle testate nazionali nel 2005 – quando la poliziotta del Ocean County, New Jersey, con 23 anni di servizio alle spalle e prossima oramai alla morte per cancro, ha richiesto che i benefit pensionistici che le sarebbero spettati, venissero concessi alla sua compagna. Sebbene la battaglia di Hester si svolgesse a livello locale con il governo del New Jersey, è diventata uno dei tanti episodi che avrebbero modificato il modo di concepire l’amore, il matrimonio e la tolleranza. Eppure nessuno avrebbe potuto prevedere quanto poi rapidamente le cose sarebbero cambiate. Dieci anni dopo, proprio quando il film FREEHELD era in fase di completamento, sono stati compiuti i primi passi verso la piena parità nel diritto di contrarre Un primo sguardo su ciò che Hester e Stacie Andree attraversarono durante la loro lotta per la parità dei diritti, è stato rappresentato nell’omonimo cortometraggio documentario, vincitore del premio Oscar® per la sua categoria, diretto da Cynthia Wade. Pochi documentari sono riusciti a raccontare in questo modo quella che, una volta, sarebbe stata una storia marginale e poco considerata, ottenendo un enorme successo. Wade confessa che, quando ha sentito parlare della richiesta di Hester per la concessione dei benefit pensionistici alla sua compagna, si è immediatamente interessata alla vicenda. Sebbene senza alcun finanziamento e due bambini piccoli a casa, la Wade ha iniziato a riprendere le sessioni pubbliche delle assemblee dei Freeholders di Ocean County, divenendo, al contempo, un testimone degli intensi e commoventi ultimi giorni di Hester e Andree. Man mano che procedeva con le riprese, si è resa conto di quanto la storia, apparentemente locale, di queste due donne avesse aspetti epici e multi-dimensionali. Non era solo la complessa vicenda di un cambiamento sociale in divenire, ma una storia di amore, di coraggio, di senso di comunità e di resistenza. “Ho sempre considerato questa come una storia d’amore”, dice la Wade. “Non solo una storia d’amore tra Laurel e Stacie ma anche l’espressione dell’amore di una comunità verso i suoi membri, di persone che sono diventate attiviste quando le decisioni politiche sono divenute un fatto personale.” La scelta del titolo FREEHELD deriva dai doppi significati che ha in sé; non si riferisce solamente al nome dei funzionari della contea del New Jersey, ma anche alla posta in gioco emotiva della storia di Hester e Andree. Il termine, originariamente, si riferiva, in epoca coloniale, a coloro che potevano disporre liberamente di proprietà immobiliari, ma la parola era ugualmente applicabile alla libertà e al diritto delle scelte personali in amore. “Effettivamente, Laurel è bloccata (held) dai Freeholder”, osserva Wade. “Ma, allo stesso tempo, Laurel è sorretta fortemente (held close) dall’amore di Stacie – e sostenutà (held up) dalla comunità. Ero affascinato da tutte le diverse associazioni che si creavano tra le parole “free” e Quando il cortometraggio della Wade è stato proiettato al pubblico, ha riscosso un grande successo ottenendo, tra i vari riconoscimenti, il Premio Speciale della Giuria al Sundance Film Festival, e l’Oscar® come Miglior Documentario Cortometraggio. A quel punto i produttori nominati agli Oscar®, Michael Shamberg e Stacey Sher (PULP FICTION, DJANGO UNCHAINED, GARDEN STATE), si sono confrontati con la Wade in merito all’opportunità di trasformare il documentario in un film per raggiungere un pubblico più ampio. La Wade ne era entusiasta ed ha così commentato: “Da quando ho girato il documentario, molti passi sono stati fatti in termini di uguaglianza, ma c’è ancora molta discriminazione. Desidero che le nuove generazioni vedano una comunità così piena di compassione e di senso di giustizia da attivarsi per fare ciò che è giusto per un dipendente pubblico. E’ una grande storia da raccontare.” Allo stesso tempo, l’attrice e produttrice Ellen Page, insieme alla sua partner di produzione Kelly Bush Novak, sono rimaste magnetizzate dal mix di elementi di rilevanza sociale e di passione, presenti nella vicenda e sono entrate nel progetto con Shamberg e Sher. In merito al suo interesse per il progetto, Ellen Page ha detto: “Sono semplicemente incantata e impressionata da ciò che Laurel e Stacie hanno fatto, hanno avuto un’incredibile coraggio che molte persone non hanno. È una storia estremamente umana – e, quando si percepisce il lato umano, si scopre la capacità di comprendere le persone che potrebbero avere un punto di vista diverso dal nostro. Sono stata onorata di poter far parte di questo progetto.” Per Shamberg, la vicenda racconta non solo dei notevoli cambiamenti all’interno di un sistema culturale, ma anche della condivisione di valori fondamentali. Ha osservato come i temi di questa storia siano davvero dignità, onore, condivisione all’interno della propria comunità, valori che ogni americano considera sacri. Ancora più fondamentale per Stacey Sher è il fatto che il film esplori la potenza dell’amore e dell’intimità di fronte ad estreme pressioni esterne. “È l’amore che spinge queste due donne molto riservate, appartenenti a due generazioni diverse, a diventare attiviste per i diritti civili, una posizione non particolarmente comoda da assumere”, dice Sher, “il legame che Laurel sente per Stacie le fornisce la determinazione per lottare per l’uguaglianza, e ciò rende questa un’eccezionale storia d’amore. Trovano il vero senso di “casa” l’una nell’altra.”
Un “Philadelphia” al femminile. Mi pare fra l’altro che lo sceneggiatore sia lo stesso. Julianne Moore, divina come al solito. Ellen Page bravissima, si vede che ha dato il cuore per questo film. Insieme creano una coppia di donne guerriere che con coraggio ed empatia fanno onore alla reale storia che si cela dietro alla pellicola. Struggente, Impossibile non essere colti da un pianto liberatorio.
Bello, ma un film TV niente di più, sceneggiatura piatta recitazione così così, regia inesistente. Probabilmente pochi soldi a disposizione. Lo si guarda solo per il soggetto e le protagoniste.
Un bellissimo film, ben raccontato ed emozionante; era da tempo che non mi capitava di essere profondamente coinvolta in una storia del genere, ed è recente la delusione per l’altro film lesbo della stagione a torto sopravvalutato e candidato a diversi premi, “Carol”. Freeheld si pone a mio parere tra i film fondamentali che hanno affrontato questa tematica ed ha il merito di aver fatto conoscere una storia vera. Mette in scena la profondità di certi legami (per fortuna ogni tanto il realismo prevale nei film a tematica gay), il dolore straziante per l’inevitabilità di certi distacchi e l’assurdità che tutto ciò debba fare i conti con l’ingiustizia e l’indifferenza di società che si ostinano a reputarsi le più altamente civili e democratiche. Buona la sceneggiatura che ha saputo trovare il giusto equilibrio tra la vicenda privata e quella legale, anche se mi sarebbe piaciuto che la storia d’amore venisse sviluppata un po’ di più raccontando altri momenti di quotidianità tra le due protagoniste e magari le implicazioni dei loro rapporti familiari. La Moore ancora una volta intensa e incisiva e ancora una volta mette a nudo la propria vecchiaia, quella vera e quella posticcia come nel precedente “Still Alice”, rimanendo un’attrice di grande fascino. Un plauso a Ellen Page che ha anche prodotto il film. Spero che il film venga rivalutato dalla critica che lo ha un po’ declassato, e che possa trovare quanti più spettatori possibile.
Concordo con i commenti precedenti. Il film regge xchè nel cast ci sono 2 attrici bravissime ma la sceneggiatura è piatta, tutto procede in modo molto lento. L’importante è il segnale che questo film (tratto da una storia vera) vuole lasciare. Il vero amore è eterno. La lotta per l’uguaglianza di Laurel Hester è un esempio per tutti. Una storia vera sul coraggio di far valere i propri diritti. Voto 8
Lo consiglio per la storia vera che racconta, ma senza le brave attrici sarebbe stato brutto. Sceneggiatura deludente. Poteva essere davvero un capolavoro, alla stregua di ”Philadelphia”. E invece…. Ma davvero da vedere e sponsorizzare per la grandissima portata della storia attuale e importante per tutta la comunità glbt americana che racconta
Una storia d’amore toccante, la recitazione delle due attrici: da Oscar; questo film mette in mostra veramente cosa vuol dire giustizia e lottare per gli ideali “giusti”…Da vedere assolutamente. Voto 9.
troppo triste questo film.la moore e la page meravigliose