Quattro storie gay intercalate (solo una volta due personaggi di due storie diverse s’incontrano) che ci parlano d’amore, desiderio, paura della diversità ed auto-accettazione. Un anziano professore universitario in pensione, Joaquin, propone ad un bel prostituto incontrato in una sauna gay di vivere insieme un’erotica e fantasiosa esperienza. L’undicenne Mauricio deve far fronte alla sua attrazione per il cugino, mostrandoci la dura realtà del primo non corrisposto amore. Due giovani, ex amici d’infanzia, ed ora studenti universitari, Fito e Leo, decidono di riprendere la loro amicizia, scoprendo che un sentmento molto più profondo li coinvolge entrambi e li costringe a fare i conti con la loro identità ed il conseguente coming-out. Due gay, amanti da diverso tempo, Hugo e Andres, entrano in crisi quando Hugo scopre l’infedeltà di Andres con un altro uomo, mettendo in pericolo una vita costruita insieme. Quattro storie, apparentemente scollegate, che ci introducono elegantemente nel mondo contemporaneo del desiderio e dell’amore omosessuale, attraverso le esperienze di diverse generazioni, dall’infanzia (due ragazzini), all’adolescenza (due studenti), alla maturità (una coppia matura), alla vecchiaia (un anziano nella sauna), esemplificate dalle quattro fasi lunari del titolo.
Un film gay assai raffinato e molto bene interpretato che sta vincendo premi in diversi festival, sia generalisti (miglior lungometraggio al Monterrey International Film Festival, nominato al San Sebastian International Film Festival) che LGBT. Il critico del New York Times lo definisce “un ritratto vivace e sensibile di ragazzi e uomini gay nel Messico del XXI secolo”, mentre l’Hollywood Reporter ne elogia le interpretazioni. Ottimo esordio del regista Sergio Tovar Velarde che alza il livello medio della cinematografia messicana (e non solo).
Effettua il login o registrati
Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.
L’ho visto pochi giorni fa al TGLFF e mi ha emozionato tantissimo. Purtroppo andy non credo che lo vedremo nelle sale italiane…stessa cosa per quasi tutti gli altri film in concorso.
Ma perchè un film cosi’ non puo’ uscire in italia? Ma perchè dobbiamo sorbirci soltanto le commediole assurde con finti gay che vanno con la velina di turno?NOn siamo
tutti italioti,no!