La Folle histoire d'amour de Simon Eskenazy

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La Folle histoire d'amour de Simon Eskenazy

Passabile commediola mainstream, “He’s my girl” di Jean-Jacques Zilbermann, innocuo séguito di “Man is a woman”: dieci anni dopo ritroviamo il clarinettista gay ebreo Simon Eskenazy (il composto Antoine de Caunes) costretto a ospitare a casa sua, nel quartiere parigino a maggioranza africana di Château Rouge, la petulante mamma malata. Simon si innamora di un arabo trans, Naïm (il misurato Mehdi Dehbi, scelto fra 300 candidati “per la grazia e l’emozione che trasmette”), impiegato come cameriera in un locale di cabaret. Per insediarsi a casa del clarinettista, Naïm si spaccia per infermiera diventando confidente della madre ma nella vita di Simon spunta il figlioletto di dieci anni avuto dall’ex moglie attrice, Rosalie (l’angelica Elsa Zylberstein) in procinto di risposarsi. Confezione professionale, recitazione inappuntabile ma forse troppa carne al fuoco – l’omogenitorialità, l’identità trans, i riti ebraici, un tocco etnico alla “Popoli & Paesaggi” – per approfondire adeguatamente i diversi temi affrontati. (Roberto Schinardi, Gay.it)

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A dieci anni di distanza, il regista francese Jean-Jacques Zibermann torna a narrare le vicende del compassato Simon Eskenazy (Antoine De Caunes), il clarinettista gay ebreo già protagonista del precedente Man is a woman.
In He’s my girl Simon si innamora di Naïm (Mehdi Dehbi), un arabo trans che lavora come cameriera al Paradise. Quando la lamentosa madre malata di Simon si stabilisce in casa del figlio a Château Rouge – colorato e vivace quartiere parigino a maggioranza afro – il vulcanico Naïm si spaccia per infermiera e si trasferisce a sua volta dall’amante, per poter proseguire indisturbato la relazione con Simon e per cercare contemporaneamente di entrare nelle grazie della donna. A complicare le cose arriva da New York anche Rosalie (Elsa Zylberstein), ex moglie di Simon, con il loro figlio che ha ormai dieci anni: la donna gli annuncia che sta per risposarsi…
Zibermann e il co-sceneggiatore Antoine Lacomblez hanno scritto una deliziosa commedia dolceamara, che gioca sugli equivoci costruiti sull’ambiguità sessuale di Naïm (Mehdi Dehbi è stato scelto per questo ruolo tra trecento candidati “per la grazia e l’emozione che trasmette”), e affronta con freschezza e leggerezza i temi dell’identità trans, dell’omogenitorialità, della tradizione ebraica e del rapporto genitori-figli. (Gender Bender)

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