Il film si apre con un annuncio pubblico per avvisare lo spettatore che l’Hiv è diventato un virus trasmissibile attraverso il linguaggio e che questo è un film “infetto”. Cinque storie postmoderne, tra horror e queer, tra vampiri e matricidi, tra camp ed espressionismo formano una rassegna epica del linguaggio cinematografico, un’allegoria della storia immaginaria del cinema gay asiatico.
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