Algido ma ben realizzato dramma polacco dove il taciturno Kuba (Mateusz Banasiuk) è un giovane atletico appassionato di nuoto e fidanzato senza slancio con la bionda Sylwia (Marta Nieradkiewicz) in un quartiere ipercementificato nei sobborghi di Varsavia. Sottilmente inquieto, Kuba sembra ritrovare pace interiore e armonia con l’ambiente circostante solo durante le lunghe e solitarie sessioni in piscina. Quando conosce il tonico Michal (Bartosz Gelner) viene travolto da un’attrazione erotica che non riesce a decodificare e rischia di compromettere il rapporto con Sylwia, la quale a sua volta conosce Michal intuendo il legame più che amicale instaurato con Kuba. A complicare la situazione contribuiscono il peggioramento delle prestazioni in acqua di Kuba e le intrusioni dell’invadente madre Ewa (Katarzyna Herman)… Tipico film d’autore d’atmosfera, dal ritmo pacato e insinuante, giocato sulla rappresentazione schietta di volti e corpi nudi palpitanti in primo piano (e una scena di sesso esplicito etero, un cunnilingus francamente non necessario), contrapposta all’inflessibilità delle norme sociali e di un contesto urbano irrigidito anche architettonicamente, vanta un indiscutibile pregio: i guizzi espressivi dei validi protagonisti, in grado di far implodere le emozioni con un battito di ciglia o infiammarsi in baci appassionati all’aria aperta, inattesi aneliti di libertà. Ma l’amore passa e va come l’acqua corrente? Qui il finale è tragico. (R. Schinardi)
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Non è stato male, ma mi aspettavo un qualcosa di più…non mi ha colpito poi così tanto :/