Il giovane Hsiao (Li) dopo aver fatto da comparsa in un film nella parte di un cadavere che galleggia nel fiume,contrae un forte dolore al collo (simbolo del dolore interiore). I genitori, che già non parlano con lui (né tra di loro), non sanno come reagire. E l’unico memento di vicinanza sarà quando padre e figlio si incontreranno in una sauna gay, senza riconoscersi fino alla fine. Il regista di “Vive l’amour” prosegue il suo discorso sull’incomunicabilità e la solitudine.
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Capolavoro!!!! Un pugno allo stomaco. Un lancinante dolore fisico al collo che diventa metafora di un malessere esistenziale fatto di solitudine e incomunicabilità. Un vero e proprio elogio della lentezza. Lee Kang-Sheng si conferma uno degli attori orientali più talentuosi e Tsai Ming Liang uno dei registi più geniali!!!!