Il film più dolcemente erotico di Pasolini, dove la sensualità si trasforma in piacere per gli occhi, in un susseguirsi di mirabili affreschi che non si vorrebbe mai smettere di guardare. Ha detto Pasolini: “Poi ho fatto questo gruppo che io chiamo ‘trilogia della vita’, cioè i film sulla fisicità umana e sul sesso. Questi film sono abbastanza facili, e io li ho fatti per opporre al presente consumistico un passato recentissimo dove il corpo umano e i rapporti umani erano ancora reali, benché arcaici, benché preistorici, benché rozzi, però tuttavia erano reali, e opponevano questa realtà all’irrealtà della civiltà consumistica. Ma anche questi film sono stati in un certo senso superati, resi vecchi dalla tolleranza della civiltà dei consumi”
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Di erotico questo film ha ben poco, probabilmente è da porre in un contesto che riguarda il periodo in cui è uscito, ma è talmente pessima la recitazione, tipo bambini alle scuole elementari, che passa anche la voglia di guardarlo. Il sesso sembra quello tra delle bambole di plastica, non c’è alcun brivido erotico, nessuna scandalosa emozione, gli attori, se così li vogliamo chiamare, sembrano dei robot…
L’unica cosa che mi è piaciuta, sono state le ambientazioni, bellissimi i luoghi e i paesaggi!!!
Film davvero tremendo e nel senso negativo del termine. Sarà il periodo in cui è stato girato, sarà che io non lo capisco; ma non mi è piaciuto per nulla.
Nessun personaggio ha uno straccio di carattere o di caratteristica autonoma. Tutti dicono si a quello che gli viene chiesto e eseguono ordini come automi. Hanno tutti una risata fastidiosa che usano anche per comunicare sciagure. E sopratutto il racconto non è fluido, ma recitano tutti come se raccontassero delle novelle. La recitazione è pari a zero.