Le fil, opera prima di Mehdi Ben Attia, è un film sulla libertà di vivere l´omosessualità. Il filo del titolo è quello che lega il protagonista a sua madre e a un certo tipo di condizionamenti sociali. Nonostante il luogo delle riprese e la nazionalità del regista (residente da anni a Parigi), della troupe, del produttore e degli attori, il film non ha connotazioni esclusivamente tunisine. La storia potrebbe accadere ovunque. È quella di Malik (Antonin Stahly, musicista e liutaio, attore a 10 anni per il “Mahabaratha” di Peter Brook) che, tornato a Tunisi dopo aver vissuto a Parigi, s´innamora di Bilal (l´algerino Salim Kechiouche, unico attore magrebino a non temere il ruolo di un gay). Non siamo, però, dalle parti di “Cus-cus”. Malik non è un povero emigrante di ritorno al paese: appartiene all´alta borghesia tunisina, laureato in architettura a Parigi, ha deciso che la sua casa è quella dove è nato. Sara, la madre, l´accoglie a braccia aperte nella villa di famiglia circondata da un grande giardino che lambisce il mare. Anche lei dovrà fare i conti con la “diversità” di Malik. Sullo sfondo della villa, la medina di Hammamet con le sue mura che al tramonto si tingono di rosa. (Laura Putti, La Repubblica)
Effettua il login o registrati
Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.
la scena con le lesbiche che programmano di fare un figlio in Spagna, davanti al padre di una, è ridicola.
Film carino. La storia non è il massimo dell’originalità, ivi compreso il “filo”, che nei momenti in cui compare, sottrae credibilità, anziché arricchire il film, che invece deve gran parte del suo fascino soprattutto all’ambientazione maghrebina. La Cardinale è un volto che ha una storia e anche quando sta zitta, “parla”. Bravissimi i due protagonisti e molto, molto figo Samir Kechiouche, da poco visto al cinema nel capolavoro di questa stagione cinematografica, “La vie d’Adèle” (altro che La grande bellezza).
Niente di nuovo, niente di interessante. Certo l’ambientazione in un paese poco occidentalizzato e culturalmente sovrastato dalla religione doveva rendere il pacchetto interessante e provocatorio, ma i tratti ricostruiti in un’ambientazione borghese, ci allontanano decisamente dalla realtà, ponendo una chiara e insensata distanza tra la vera Tunisia e l’immaginaria. Paesaggi stupendi, mare, sole e architettura da sogno, non sono bastati a rendete il lavoro del regista appetibile e guardabile. Onestamente non mi è piaciuta nemmeno l’interpretazione della Cardinale, probabilmente per il personaggio scelto, troppo legato alla cultura del meridione italiano.
Un 6 per le buone intenzioni. Il film in sé non è nulla di sconvolgente, ma le locations non sono niente male e gli attori danno un certo spessore a dei personaggi che altrimenti non sarebbero così profondi.
Un po’ semplicistico sotto alcuni aspetti, e direi anche un filino buonista, ma considerando che il tutto non avviene a Tunisi, ma in una fetta di occidentalità trapiantata in nord Africa, direi che ci può anche stare. Buona la partenza del film, un po’ troppo lento il ritmo nella seconda parte. Da vedere comunque, se non altro per praticare un po’ di francese! 🙂
utopico si quoto con elia….ma è stato un bel film, davvero molto bello! Salim è un ragazzo bellissimo. Ne ho visti d ragazzi belli, ma lo sguardo e tutto il resto, non so che dirvi mi ha trasmesso più del classico ragazzo che si vede nei film americani soliti…Bello davvero, film e lui! *_*
carino… utopico, data la “cultura” retrograda del mondo islamico e del nord africa (che poi a tutti vada bene tutto, mi sembra irreale!). Notevole la Cardinale, ottimi i due attori principali. Sempre piacevole sentire colonne sonore italiane a film stranieri… un grazie particolare a teo, per averlo messo sul blog e averne curato i sottotitoli.
sul blog a breve
film gradevole da vedere , nulla di eccezzionale. i feedback sono la cosa più dissonante del film a mio parere inutili .la Cardinale come sembre brava, in questo film non è certo diretta da Sergio Leone …….
Da vedere anche se non rappresenta certo cio che accade in Tunisia. Brava la Cardinale come sempre. Qualche scena che si poteva evitare ma va bene cosi. Della serie: e vissero tutti felici e contenti.
Mondo utopico a Tunisi. Due coppie gay (una maschile e una femminile) riescono a farsi accettare da tutta la società in cui vivono , alta borghesia e proletariato. Come sarebbe bello non è vero ? Purtroppo la società islamica di qualsiasi paese (anche in Tunisia, in definitiva la più evoluta) è purtroppo ben lungi dall’essere così. Anche se tutti conosciamo la disponibilità generale degli arabi ( maghreb e non ) ai rapporti omosessuali clandestini.
Buona la recitazione a cominciare dalla Cardinale che tratteggia una amorosa madre cattolica dell’alta borghesia di Tunisi. Bravi e belli anche i due ragazzi amanti. Abbastanza banale lo spunto psicanalitico del filo che lega il protagonista ad una realtà che l’opprime e che dà il titolo al film.
Malik deve affrontare una grande sfida. Vivere da gay a Tunisi? No. Quello non è poi così difficile. La sfida è fare accettare l’omosessualità alla sua famiglia, soprattutto a sua madre.
Del film restano in mente solo gli incantevoli paesaggi tunisini.
Non mi pare ci fosse bisogno di scomodare la Cardinale.
Non è stato distribuito nelle sale italiane. La data qui riportata del 15/04/2010 penso si riferisca alla proiezione del film al Torino Film Festival. Chissà se mai uscirà nei cinema..
Ma quando sarebbe usito questo film? Io non l’ho proprio visto programmato a brescia. Ma perchè i film gay fanno cosi’ fatica a trovare distribuzione in italia?Perchè ai gay non viene data la stessa considerazione che si dovrebbe dare a chi ha cittadinanza a pieno titolo. Ok, non abbiamo ancora i diritti che hanno i gay dei paesi civili e avanzati, ma i soldi per gustarci un film li possiano trovare.